giovedì 16 aprile 2015

Interventi di "regia" nell'Orlando furioso


     Canto 2
      
        30         Or a poppa, or all'orza hann'il crudele,[1]
               che mai non cessa, e vien più ognor crescendo:
               essi di qua di là con umil vele
               vansi aggirando, e l'alto mar scorrendo.
               Ma perché varie fila a varie tele
               uopo mi son, che tutte ordire intendo,
               lascio Rinaldo e l'agitata prua,
               e torno a dir di Bradamante sua.
        31         Io parlo di quella inclita donzella,
               per cui re Sacripante in terra giacque,
               che di questo signor degna sorella,
               del duca Amone e di Beatrice nacque.
               La gran possanza e il molto ardir di quella
               non meno a Carlo e tutta Francia piacque
               (che più d'un paragon ne vide saldo),
               che 'l lodato valor del buon Rinaldo.
 
    Canto 13
       
        42         La donna vecchia[2], amica a' malandrini,
               poi che restar tutti li vide estinti,
               fuggì piangendo e con le mani ai crini,
               per selve e boscherecci labirinti.
               Dopo aspri e malagevoli camini,
               a gravi passi e dal timor sospinti,
               in ripa un fiume in un guerrier scontrosse;
               ma diferisco a ricontar chi fosse:
        43         e torno all'altra, che si raccomanda
               al paladin che non la lasci sola;
               e dice di seguirlo in ogni banda.
               Cortesemente Orlando la consola;
               e quindi, poi ch'uscì con la ghirlanda
               di rose adorna e di purpurea stola
               la bianca Aurora al solito camino,
               partì con Isabella il paladino.
        44         Senza trovar cosa che degna sia
               d'istoria, molti giorni insieme andaro;
               e finalmente un cavallier per via,
               che prigione era tratto, riscontraro.
               Chi fosse, dirò poi; ch'or me ne svia
               tal, di chi udir non vi sarà men caro:
               la figliuola d'Amon, la qual lasciai
               languida dianzi in amorosi guai.
…………………………………………………….
        80         Ma lasciàn Bradamante, e non v'incresca
               udir che così resti in quello incanto; [3]
               che quando sarà il tempo ch'ella n'esca,
               la farò uscire, e Ruggiero altretanto.
               Come raccende il gusto il mutar esca,
               così mi par che la mia istoria, quanto
               or qua or là più variata sia,
               meno a chi l'udirà noiosa fia.
        81         Di molte fila esser bisogno parme
               a condur la gran tela ch'io lavoro.
               E però non vi spiaccia d'ascoltarme,
               come fuor de le stanze il popul Moro
               davanti al re Agramante ha preso l'arme,
               che, molto minacciando ai Gigli d'oro,
               lo fa assembrare ad una mostra nuova,
               per saper quanta gente si ritruova.
            Canto 20
      
       106         Ma vo' seguir la bellicosa donna, [4]
               prima, Signor, che di costor più dica.
               Passò Druenza, il Rodano e la Sonna,
               e venne a piè d'una montagna aprica.
               Quivi lungo un torrente, in negra gonna
               vide venire una femina antica,
               che stanca e lassa era di lunga via,
               ma via più afflitta di malenconia.
       107         Questa è la vecchia che solea servire
               ai malandrin nel cavernoso monte,
               là dove alta giustizia fe' venire
               e dar lor morte il paladino conte.
               La vecchia, che timore ha di morire
               per le cagion che poi vi saran conte,
               già molti dì va per via oscura e fosca,
               fuggendo ritrovar chi la conosca.
       108         Quivi d'estrano cavallier sembianza
               l'ebbe Marfisa all'abito e all'arnese;
               e perciò non fuggì, com'avea usanza
               fuggir dagli altri ch'eran del paese;
               anzi con sicurezza e con baldanza
               si fermò al guado, e di lontan l'attese:
               al guado del torrente, ove trovolla,
               la vecchia le uscì incontra e salutolla.
 
    Canto 23
 
        52         Poi che l'altro matin la bella Aurora
               l'aer seren fe' bianco e rosso e giallo,
               tutto 'l popul gridando: Mora, mora,
               vien per punir Zerbin del non suo fallo. [5]
               Lo sciocco vulgo l'accompagna fuora,
               senz'ordine, chi a piede e chi a cavallo;
               e 'l cavallier di Scozia a capo chino
               ne vien legato in s'un piccol ronzino.
        53         Ma Dio, che spesso gl'innocenti aiuta,
               né lascia mai ch'in sua bontà si fida,
               tal difesa gli avea già proveduta,
               che non v'è dubbio più ch'oggi s'uccida.
               Quivi Orlando arrivò, la cui venuta
               alla via del suo scampo gli fu guida.
               Orlando giù nel pian vide la gente
               che traea a morte il cavallier dolente.
        54         Era con lui quella fanciulla, quella
               che ritrovò ne la selvaggia grotta,
               del re galego la figlia Isabella,
               in poter già de' malandrin condotta,
               poi che lasciato avea ne la procella
               del truculento mar la nave rotta:
               quella che più vicino al core avea
               questo Zerbin, che l'alma onde vivea.
        55         Orlando se l'avea fatta compagna,
               poi che de la caverna la riscosse.
               Quando costei li vide alla campagna,
               domandò Orlando, chi la turba fosse.
               - Non so, - diss'egli; e poi su la montagna
               lasciolla, e verso il pian ratto si mosse.
               Guardò Zerbino, et alla vista prima
               lo giudicò baron di molta stima.
    
   Canto 23
      
       136         I pastor che sentito hanno il fracasso,
               lasciando il gregge sparso alla foresta,
               chi di qua, chi di là, tutti a gran passo
               vi vengono a veder che cosa è questa.
               Ma son giunto a quel segno il qual s'io passo
               vi potria la mia istoria esser molesta;
               et io la vo' più tosto diferire,
               che v'abbia per lunghezza a fastidire.
 
 

 






[1] Crudele è il vento nei confronti della nave di Rinaldo, che, per ordine di Carlo, sta andando in Bretagna a cercare rinforzi.
[2] E’ Gabrina, che custodiva Isabella, promessa sposa di Zerbino, rapita dai malandrini. Orlando ha ucciso i malandrini e l’ha liberata.
[3] E’ rimasta intrappolata, come Ruggero, nel palazzo del mago Atlante.
[4] E’ Marfisa, altra donna guerriero, che si separa da altri cavalieri
[5] Zerbino è stato accusato a torto di avere ucciso Pinabello

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