domenica 26 aprile 2015

Traduzione da Cesare (Bellum Gallicum, IV, 24)

Sbarco dei Romani in Britannia
 
Durante la guerra di Gallia, Cesare organizza una spedizione in Britannia. Qui siamo nel momento in cui i Romani sono arrivati con la flotta e tentano di sbarcare; ma i Britanni (che Cesare chiama "barbari") si sono concentrati sulla costa e stanno impedendo lo sbarco.
 
Caesar naves longas (1), quarum et species erat barbaris inusitatior et motus ad usum expeditior, remis incitari et ad latus apertum (2) hostium constitui, atque inde fundis, sagittis, tormentis hostes propelli ac submoveri iussit: quae res magno usui (3) nostris fuit. Nam et navium figura et remorum motu et inusitato genere tormentorum permoti, barbari constiterunt ac paulum pedem rettulerunt. At nostris militibus cunctantibus, maxime propter altitudinem maris, qui (4) decimae legionis aquilam (5) ferebat, obtestatus deos ut ea res legioni feliciter eveniret, "Desilite - inquit - commilitones, nisi vultis aquilam hostibus prodere". Hoc cum voce magna dixisset, se ex navi proiecit atque in hostes aquilam ferre coepit. Tum nostri, ne tantum dedecus admitteretur, universi ex navi desiluerunt.
 
Cesare, De bello Gallico (IV, 24)
 
NOTE
 
1) "Navi da guerra"
2) Il lato scoperto era il "destro", quello non difeso dallo scudo.
3) Magno usui è un dativo di effetto (cioè, indica l'effetto che l'azione produce).
4) Questo pronome relativo non ha un termine a cui si riferisce; il che vuol dire che è sottinteso un pronome dimostrativo (ille, is) nello stesso caso e genere.
5) L’aquila è il simbolo della legione; perderla in battaglia, farsela prendere dai nemici, è grande disonore.
Traduzione
 
Cesare comandò (iussit è il verbo della principale e regge tutta la serie di infinitive che precede; nella traduzione basta metterlo all'inizio, non c'è alcun bisogno di ripeterlo più volte) che le navi da guerra, di cui sia l'aspetto era piuttosto inusuale (inusitatior è un comparativo assoluto) per i barbari sia il movimento (era) più agile per la manovra (lett.: per l'uso, per l'impiego), fossero spinte a forza di remi (lett.: con i remi) e fossero collocate verso il fianco scoperto dei nemici e di lì (inde) i nemici fossero respinti e sbaragliati con fionde, giavellotti e macchine da guerra (macchine per lanciare proiettili): e questa iniziativa (lett.: questa cosa) fu di grande utilità per i nostri. Infatti sconvolti sia dall'aspetto delle navi, sia dal movimento dei remi, sia dall'inusuale genere di macchine da guerra, i barbari si fermarono e un po' indietreggiarono (pedem referre significa ritirarsi, indietreggiare). Ma poichè i nostri soldati esitavano (ablativo assoluto che si rende bene con una causale), soprattutto a causa della profondità del mare, colui che portava l'aquila (l'alfiere) della decima legione, dopo aver supplicato (obtestatus è un participio passato: perché tradurlo "supplicò", come se fosse il verbo della principale?) gli dei perché quell'impresa (lett.: quella cosa) riuscisse felicemente per la legione, disse: "Saltate giù, commilitoni, se non volete consegnare l'aquila ai nemici". Avendo detto ciò (è un cum più il congiuntivo: perché tradurlo "disse ciò"?) ad alta voce, si gettò dalla nave e cominciò a portare l'aquila contro i nemici. Allora i nostri, perchè non si consentisse (lett.: non fosse ammesso) un così grande disonore, si gettarono tutti quanti dalla nave.
 
P.S.: In particolare per i primi due periodi (ma non solo) ho trovato delle traduzioni eccessivamente libere (si parla di "azionare" fionde, ecc., di "costringere" i nemici alla ritirata, ecc.: tutte espressioni che non ci sono nel testo), che a volte nemmeno stanno in piedi in italiano; in ogni caso non capisco da dove provengano e perché siano state adottate, visto che la traduzione letterale funziona perfettamente in italiano.

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