Un
episodio singolare durante l’occupazione dei Galli
I Galli avevano occupato Roma (390 a. C.) e i Romani
resistevano assediati sul Campidoglio, quando si verificò l’episodio che qui
si narra
Romae plerumque
obsidio segnis et utrimque silentium erat, ad id tantum intentis Gallis ne
quis hostium evadere inter stationes posset, cum repente iuvenis Romanus
admiratione in se cives hostesque convertit. Sacrificium erat statum in
Quirinali colle genti Fabiae (1). Ad id faciendum C. Fabius Dorso (2), sacra
manibus gerens, cum de Capitolio descendisset, per medias hostium stationes
egressus, in Quirinalem collem pervenit; ibique omnibus sollemniter peractis,
eadem revertit via similiter constanti vultu graduque, satis sperans
propitios esse deos, quorum cultum ne mortis quidem metu prohibitus
deseruisset (3); denique in Capitolium ad suos rediit, seu attonitis Gallis
miraculo audaciae seu religione etiam motis, cuius haudquaquam neglegens gens
est.
Livio, Ab urbe condita (V, 46)
NOTE
1) Genti
Fabiae è dativo d'agente. La cerimonia religiosa, di cui si parla, era
stata istituita dal pontefice Fabio.
2) Dorso,
Dorsonis = Dorsone, nome di persona.
3) E' un congiuntivo obliquo.
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Traduzione
A Roma
l'assedio era per lo più fiacco e c'era silenzio da entrambe le parti,
essendo i Galli attenti (ablativo assoluto) soltanto a ciò, (cioè)
che (la proposizione che segue è una completiva, che spiega quell' id che
precede) nessuno dei nemici potesse fuggire (passando) fra le
postazioni di guardia, quando improvvisamente un giovane romano attirò su di
sè (l'attenzione di) concittadini e nemici per l'ammirazione (o anche,
per la meraviglia). Un sacrificio era stato istituito sul colle
Quirinale dalla gente Fabia. Per compierlo (il sacrificio), C. Fabio Dorsone,
portando in mano le cose sacre (cioè, paramenti, strumenti per compiere
il sacrificio), essendo sceso dal Campidoglio, dopo essere passato in
mezzo alle postazioni dei nemici, giunse sul colle Quirinale; e dopo avere lì
compiuto ogni cosa (rito) solennemente, tornò per la stessa strada con passo
e volto sempre uguali (lett.: ugualmente costanti, cioè, con volto
impassibile e senza accelerare o rallentare il passo), sperando con
qualche ragione (lett.: sufficientemente) che (gli) fossero propizi
gli dei, il culto dei quali non aveva abbandonato neppure trattenuto dalla
paura della morte; infine tornò dai suoi sul Campidoglio, sia che i Galli
fossero attoniti per il miracolo di audacia, sia anche che fossero commossi
(colpiti) dallo spirito religioso (lett., ablativo assoluto: sia essendo
i Galli attoniti..., sia essendo commossi...), a cui quel popolo è
particolarmente sensibile (lett.: nei confronti del quale è gente
nient'affatto indifferente).
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martedì 28 aprile 2015
Traduzione da Livio (Ab urbe condita, V, 46)
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