martedì 28 aprile 2015

Traduzione da Livio (Ab urbe condita, V, 46)


Un episodio singolare durante l’occupazione dei Galli
I Galli avevano occupato Roma (390 a. C.) e i Romani resistevano assediati sul Campidoglio, quando si verificò l’episodio che qui si narra
Romae plerumque obsidio segnis et utrimque silentium erat, ad id tantum intentis Gallis ne quis hostium evadere inter stationes posset, cum repente iuvenis Romanus admiratione in se cives hostesque convertit. Sacrificium erat statum in Quirinali colle genti Fabiae (1). Ad id faciendum C. Fabius Dorso (2), sacra manibus gerens, cum de Capitolio descendisset, per medias hostium stationes egressus, in Quirinalem collem pervenit; ibique omnibus sollemniter peractis, eadem revertit via similiter constanti vultu graduque, satis sperans propitios esse deos, quorum cultum ne mortis quidem metu prohibitus deseruisset (3); denique in Capitolium ad suos rediit, seu attonitis Gallis miraculo audaciae seu religione etiam motis, cuius haudquaquam neglegens gens est.
Livio, Ab urbe condita (V, 46)
 
NOTE
1) Genti Fabiae è dativo d'agente. La cerimonia religiosa, di cui si parla, era stata istituita dal pontefice Fabio.

2) Dorso, Dorsonis = Dorsone, nome di persona.

3) E' un congiuntivo obliquo.
 
Traduzione
A Roma l'assedio era per lo più fiacco e c'era silenzio da entrambe le parti, essendo i Galli attenti (ablativo assoluto) soltanto a ciò, (cioè) che (la proposizione che segue è una completiva, che spiega quell' id che precede)  nessuno dei nemici potesse fuggire (passando) fra le postazioni di guardia, quando improvvisamente un giovane romano attirò su di sè (l'attenzione di) concittadini e nemici per l'ammirazione (o anche, per la meraviglia). Un sacrificio era stato istituito sul colle Quirinale dalla gente Fabia. Per compierlo (il sacrificio), C. Fabio Dorsone, portando in mano le cose sacre (cioè, paramenti, strumenti per compiere il sacrificio), essendo sceso dal Campidoglio, dopo essere passato in mezzo alle postazioni dei nemici, giunse sul colle Quirinale; e dopo avere lì compiuto ogni cosa (rito) solennemente, tornò per la stessa strada con passo e volto sempre uguali (lett.: ugualmente costanti, cioè, con volto impassibile e senza accelerare o rallentare il passo), sperando con qualche ragione (lett.: sufficientemente) che (gli) fossero propizi gli dei, il culto dei quali non aveva abbandonato neppure trattenuto dalla paura della morte; infine tornò dai suoi sul Campidoglio, sia che i Galli fossero attoniti per il miracolo di audacia, sia anche che fossero commossi (colpiti) dallo spirito religioso (lett., ablativo assoluto: sia essendo i Galli attoniti..., sia essendo commossi...), a cui quel popolo è particolarmente sensibile (lett.: nei confronti del quale è gente nient'affatto indifferente).
 

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