giovedì 11 giugno 2015

Verga: l'eclissi dell'autore


L’eclissi dell’autore in Verga

 

La storia dell’opera verghiana è anche la storia della ricerca di una tecnica narrativa nuova, di un atteggiamento nuovo del narratore rispetto alla materia narrata.
Nella fase pre-verista, il patto narrativo è sempre tale per cui il narratore è interno alla vicenda narrata (ne è partecipe o testimone): in Una peccatrice (1866) finge di ricostruire una storia su lettere e documenti di personaggi da lui conosciuti (1); poi c’è il romanzo epistolare (Storia di una capinera, 1871), dove, ovviamente, la voce narrante è quella di Maria, la fanciulla costretta al convento, che scrive lettere ad un’amica (l’autore non chiarisce bene come abbia acquisito tali lettere); in Eva ci sono due narratori in prima persona, uno interno all’altro (il primo narratore, uno scrittore catanese che soggiorna a Firenze, cede la parola ad Enrico Lanti, suo vecchio compagno di scuola, incontrato ad un veglione; quindi costui racconta la propria vicenda in prima persona); in Tigre reale (1873) il narratore è ancora un testimone diretto dei fatti, che narra in prima persona (anche se, per la maggior parte del romanzo, si comporta come un narratore esterno ai fatti).
C’è poi Nedda (1874), con un narratore tutto esterno ai fatti, che infatti non appartengono al mondo, sociale e culturale, di Verga: la convenzione è che il narratore, che fuma il sigaro in poltrona davanti al caminetto, ricorda un altro fuoco, attorno a cui ballavano le raccoglitrici di olive (e quindi comincia a narrare, senza dirci chiaramente come egli conosca la storia); questo comporta un atteggiamento di superiorità (paternalistico) nei confronti di quel mondo, che si esplica in commenti, giudizi moralistici (magari attraverso un aggettivo, un’esclamazione, una descrizione) ed un sottinteso rapporto di complicità con il lettore, implicitamente riconosciuto delle stesso livello del narratore, e chiamato a provarne gli stessi sentimenti.
La vera novità è l’eclissi dell’autore, ed è attuata nel 1878 con Rosso Malpelo: attraverso il discorso indiretto libero.
In Fantasticheria (1878-79) torna la convenzione del narratore esterno.
 
NOTE
 

 

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