Foscolo o la
sconfitta laica
ASOR ROSA, Storia della lett. It.,
La Nuova Italia 1985, pp. 379-390.
Le opere
giovanili (l'Ortis, le Odi e i Sonetti) oscillano fra la ripresa
dell'energico sentimentalismo alfieriano e il modello neoclassico;
ma, per questo secondo aspetto, non si tratta di un'operazione
"montiana" (formalistica), bensì del frutto di una concezione che
vede la Forma come attività plasmatrice e ordinatrice, espressione della
liberazione, momento supremo della civiltà, ove le passioni si
compongono in equilibrio ed armonia.
Così nei Sepolcri
lo storicismo vichiano si esprime come concezione che vede nella civilizzazione
un processo che va dalla primitiva barbarie alla istituzione del diritto e
della religione, fino alla idealità del sepolcro; e oltre, fino al
valore più alto, quello della "parola" sublimata come poesia.
In questa chiave
si spiega la famosa antinomia fra teoria delle illusioni e concezione meccanicistica:
non si tratta di un approdo alle illusioni perché le esigenze del cuore non
sono soddisfatte dal materialismo meccanicistico; quest'ultimo, piuttosto, si
pone come chiarimento doloroso del limite delle illusioni (delle pretese del
cuore), che preesistono.
Il recupero della
tradizione classica esce quindi dalla dimensione arcadica-rococò e si configura
come recupero di valori eminentemente laici: non solo della forza morale
e civile di quella tradizione, ma del carattere immanente e totalmente umano
del processo storico (c'è una visione "endogena" del progresso
umano, antimetafisica e anticonfessionale) e della creazione poetica.
Siamo vicini allo
Schiller delle Lettere sull'educazione estetica .
Ma perché la
sconfitta di questa linea laica (che percorre tutto l'Ottocento - si pensi a Leopardi
- fino a Carducci) di fronte al romanticismo cattolico-liberale? Perché
la "forma" storicamente data a Foscolo è quella aristocratica ed
elitaria che lo conduce a Le Grazie. Rimane ancorato alla
concezione di una poesia di tipo sublime; è incapace di degradare forme
e contenuti a livello della banalità quotidiana e della lingua colloquiale.
Chi sarà capace di questo (Manzoni, e quindi il cattolicesimo-liberale),
riuscirà vincitore nello scontro.
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