La civiltà del Rinascimento in Italia (1860)
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J. BURCKHARDT (1818-1897)
Grande affresco dell’Italia dal ’300 al ’500, denso di
particolari (troppi, a scapito della visione d’insieme; la mente si perde
dietro un’infinità di esempi, episodi, citazioni).
La tesi è nota: il Rinascimento è frutto del genio
italico che anticipa gli altri popoli europei per quanto riguarda una visione
del mondo moderna: nella costruzione dello Stato ("come opera
d’arte" (1), già con Federico II); nello "svolgimento
dell’individualità" (2) (l’emergenza dell’individuo è già in Dante;
ma del suo progressivo affermarsi sono segno, via via, il motivo della
"beffa", reperibile in molte novelle, il nuovo atteggiamento di Petrarca,
lo sviluppo della letteratura biografica ed autobiografica (3), la
spregiudicatezza dell’Aretino); nel risveglio dell’antichità,
nella scoperta del mondo esteriore e dell’uomo (4); ma anche nella
diffusa indifferenza (soprattutto a livello degli intellettuali
umanisti) in materia di religione e morale (il valore cui si fa
riferimento - come si vede in Guicciardini - è l’onore, un
misto di coscienza ed egoismo).
La questione della riforma non tocca, se non
marginalmente, gli italiani, il cui interesse religioso è tuttalpiù soggettivo.
Del resto il contatto con l’Islam e con l’antichità ha facilitato
l’indifferenza e la tolleranza in materia religiosa (la favola dei tre anelli -
già nel Novellino, poi in Decamerone I, 3 - è
esemplare). Insomma, genio ed apatia morale (5).
Carente per quanto riguarda la posizione del problema
delle origini: il Rinascimento viene arretrato a prima dell’Umanesimo,
la riscoperta dei classici non viene intesa come l’elemento determinante il
sorgere della nuova civiltà; piuttosto, il riferimento è alla rinascita
della vita cittadina, al formarsi di una nuova aristocrazia borghese (e quindi
al corrispondente sorgere di una nuova mentalità, non più medievale, di cui già
Dante è espressione): date queste condizioni, la scoperta del mondo e di sé si
attua non empiricamente, ma con la guida della classicità.
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