giovedì 25 giugno 2015

Foscolo: Le ultime lettere di Jacopo Ortis


Le ultime lettere di Jacopo Ortis


PETRONIO, L'attività letteraria in Italia


La prima notizia risale al 1796: nel Piano di studi  (un progetto di dare sistematicità alla propria cultura) si parla di Laura, lettere, un romanzo verosimilmente ispirato dall’amore per la Teotochi Albrizzi e dalla lettura di Rousseau (e di Goethe?). La prima pubblicazione è del 1798-99, a Bologna, con il titolo Vera istoria di due amanti infelici: in assenza di Foscolo (impegnato nella guerra contro gli Austro-Russi), l'editore (Marsigli) si serve di un certo Angelo Sassoli, che manipola arbitrariamente la storia (soppressione del suicidio, delle parti politicizzate, ecc.). Dopo Marengo, Foscolo sconfessa Marsigli e cura la edizione milanese del 1802, che è quella decisiva (sono sottolineate le componenti politiche). Del 1816 è l'edizione di Zurigo, che contiene, come variante di maggior rilievo, la lettera del 17 marzo 1798, dai toni fortemente antinapoleonici. Senza mutamenti sostanziali è invece l'edizione londinese del 1817.

Sono lettere a un certo Lorenzo Alderani, il quale non solo le ordina per la pubblicazione, ma interviene nel finale per narrare le ultime vicende (il suicidio). Il romanzo epistolare ha precedenti che Foscolo sembra conoscere: Clarissa (1) (1748) di Richardson, la Nouvelle Heloise (2) (1761) di Rousseau, ma, soprattutto, I dolori del giovane Werther (1774 e 1782) di Goethe. Rispetto a quest'ultimo (con il quale le analogie sono vistose) si rilevano le differenze: anzitutto, l'Ortis è autobiografico e il protagonista si uccide non solo per la delusione d'amore (com'è esclusivamente per Werther), ma anche per quella politica; sensibile e generoso è l'Alberto del Werther (farà felice Carlotta), borghese, meschino e calcolatore (un vero anti-Jacopo) è l'Odoardo  (il "promesso" di Teresa) dell'Ortis.

L'eroe che si uccide per tener fede all'ideale è alfieriano, ma quell'aristocratico isolamento è superato nel recupero di miti ("illusioni") collettivi, o "idealità connettive" (Asor Rosa): Amore, Famiglia, Patria.

C'è già la coscienza del limite del materialismo sensistico e la rivendicazione della necessità delle illusioni. E c'è il motivo della passione (con relativi riecheggiamenti "ossianici") contrapposta all'intelletto ragionatore: vedi l'opposizione fra Jacopo (sensibile, appassionato, idealista) e Odoardo (saggiamente mediocre, senza ambizioni e senza passioni).
 
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1) Protagonista è la fanciulla, che non accetta un matrimonio combinato; finisce fra le mani di un seduttore (Robert Lovelace) che cerca di avviarla alla prostituzione; muore di dolore, sola e disonorata. Confida le sue disgrazie in lettere ad un'amica.
2) Storia (ricostruita attraverso le lettere dei protagonisti) dell'amore contrastato (e non realizzato, perché Giulia, nobile, è costretta dalla sua famiglia a sposare un nobile) fra Giulia e il suo precettore, di umili origini, Saint-Preux.

 

 

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