domenica 28 giugno 2015

L' "amor cortese" (2)


L’amor cortese

 

H. HAUSER, Storia sociale dell’arte,
Einaudi 1956, vol. I, pp. 234-247.

 

Con la cavalleria nasce il nuovo ideale amoroso: la donna diviene il centro ideale di questa società, fatto nuovo, visto che era sempre stata considerata proprietà dell’uomo (nell’Iliade, Elena e Briseide sono semplici oggetti di lite; nell’Odissea, Penelope fa parte della proprietà della casa; nei lirici si tratta di un amore sensuale, fonte di gioia o dolore; in Ovidio è una malattia che toglie la ragione). Nuova è questa concezione romantico-sentimentale dell’amore, per cui l’uomo corteggia e spasima, si fa vassallo della donna, si esalta anche nel più duro insuccesso (l’amore diventa strumento di autoperfezionamento).

Il fatto è ancor più strano se si pensa che, in questo rigoroso Medioevo, è a una donna maritata che ci si rivolge (l’amore è adulterino).

Si tratta di una trasposizione del rapporto politico di vassallaggio nel rapporto con la donna, ovvero di una sublimazione della sudditanza? Il tutto diventerebbe una sorta di gioco di società, e sarebbe escluso che la donna ricambiasse, adulterinamente (1).

Piuttosto, dobbiamo pensare a un mondo (il castello) con molti uomini e poche donne: il trovatore (un cadetto ramingo) (2) si fa cantore della tensione erotica che inevitabilmente si crea. (3)

Non è dimostrabile che all’origine ci sia una ballata popolare (la canzone della malmaritata, col motivo della sposa che, una volta all’anno, si prende un giovane amante): caso mai, è il contrario. Stessa cosa può dirsi del culto di Maria.
 
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1) E' la tesi di E. Wechssler (Frauendienst und Vasallitat, 1902), secondo cui si può supporre che, in assenza dei signori impegnati nelle guerre, il potere feudale fosse esercitato dalle donne. Ma l'idea di una "sublimazione della sudditanza" si scontra con il fatto che Guglielmo IX d'Aquitania, il più antico trovatore, non era un vassallo, ma un gran principe.
2) Non a caso: è uno "spostato" che rimuove i tabù e dà voce all'erotismo.
3) Malgrado il comandamento religioso della continenza, tutta l'epoca è pervasa da una costante tensione erotica (nei tornei, i cavalieri portavano sulla pelle il velo o la camicia dell'amata).

 

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