L’amor cortese
H. HAUSER, Storia sociale dell’arte,
Einaudi 1956, vol. I, pp. 234-247.
Con la cavalleria nasce il nuovo ideale amoroso: la
donna diviene il centro ideale di questa società, fatto nuovo, visto che era
sempre stata considerata proprietà dell’uomo (nell’Iliade, Elena
e Briseide sono semplici oggetti di lite; nell’Odissea, Penelope
fa parte della proprietà della casa; nei lirici si tratta di un amore sensuale,
fonte di gioia o dolore; in Ovidio è una malattia che toglie la
ragione). Nuova è questa concezione romantico-sentimentale dell’amore,
per cui l’uomo corteggia e spasima, si fa vassallo della donna, si esalta anche
nel più duro insuccesso (l’amore diventa strumento di autoperfezionamento).
Il fatto è ancor più strano se si pensa che, in questo
rigoroso Medioevo, è a una donna maritata che ci si rivolge (l’amore è adulterino).
Si tratta di una trasposizione del rapporto politico
di vassallaggio nel rapporto con la donna, ovvero di una sublimazione
della sudditanza? Il tutto diventerebbe una sorta di gioco di società,
e sarebbe escluso che la donna ricambiasse, adulterinamente (1).
Piuttosto, dobbiamo pensare a un mondo (il castello)
con molti uomini e poche donne: il trovatore (un cadetto ramingo) (2) si
fa cantore della tensione erotica che inevitabilmente si crea. (3)
Non è dimostrabile che all’origine ci sia una ballata
popolare (la canzone della malmaritata, col motivo della sposa che, una
volta all’anno, si prende un giovane amante): caso mai, è il contrario. Stessa
cosa può dirsi del culto di Maria.
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1) E' la tesi di E. Wechssler (Frauendienst
und Vasallitat, 1902), secondo cui si può supporre che, in assenza dei
signori impegnati nelle guerre, il potere feudale fosse esercitato dalle donne.
Ma l'idea di una "sublimazione della sudditanza" si scontra con il
fatto che Guglielmo IX d'Aquitania, il più antico trovatore, non era un
vassallo, ma un gran principe.
2) Non a caso: è uno "spostato" che rimuove i tabù e dà voce
all'erotismo.
3) Malgrado il comandamento religioso della
continenza, tutta l'epoca è pervasa da una costante tensione erotica (nei
tornei, i cavalieri portavano sulla pelle il velo o la camicia dell'amata).
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