domenica 28 giugno 2015

L' "amor cortese" e il catarismo


L’amore e l’occidente (1938)

                                                                                                                                                                 
D. De ROUGEMONT
Rizzoli 1977



Nel sec. XII nasce, improvvisamente, in Provenza, una lirica d’amore, nuova rispetto all’antichità e con caratteristiche peculiari:

1) è un amore infelice (il poeta dichiara il suo amore e la dama risponde di no);

2) è un amore estraneo al matrimonio;

3) il poeta si dichiara “vassallo” della donna (l’uomo è “servente” della donna), ovvero, la donna è innalzata al di sopra dell’uomo (fatto che non riflette condizioni sociali, giacché la condizione della donna nelle istituzioni feudali è di assoluta subalternità).

Si nota, contemporaneamente, il diffondersi nelle stesse regioni (Linguadoca, Renania, Catalogna, Lombardia) di una potente eresia: il catarismo. Sui catari (o puri, o albigesi) grande informazione non c’è, perché l’Inquisizione ha bruciato o manipolato testimonianze. E’ comunque un’eresia che ha radici nel manicheismo, ovvero nella dottrina dualistica secondo cui c’è frattura assoluta fra Bene e Male, fra Dio e Mondo (che appartiene totalmente al demonio). Esistere vuol dire che una anima-angelo (che appartiene alla luce-verità) è stata imprigionata (per opera del demonio) in un corpo materiale che le è estraneo. L’inferno consiste appunto in questa prigione della materia, finché le anime non saranno reintegrate (dopo una serie di vite) nell’unità dello Spirito originario. Catari sono coloro che, attraverso cerimonie d’iniziazione, si consacrano a Dio rinunciando al mondo (in particolare, ad ogni contatto carnale).

Anche i trovatori esaltano la castità; anche loro deridono il matrimonio (chiamato dai catari iurata fornicatio) (1). E pure: la morte viene preferita ai doni del mondo; la separazione è motivo di maggior desiderio; l’alba è accolta con disperazione, perchè finisce la notte, ovvero il tempo in cui il poeta è stato con la sua donna (cioè, con la vera luce). Insomma, la Dama non sarebbe altro che l’Anima, ovvero la parte spirituale dell’uomo, che ambisce a (ha nostalgia di) integrarsi nella vera luce (desiderio che si può realizzare solo con la morte). (pp. 118-137)

Sull’onda del catarismo, la espansione del culto della donna (la “dama dei pensieri” della cortesia) è tale che la Chiesa romana risponde con il culto della Vergine Maria; e nel gioco degli scacchi la Regina prende il sopravvento su tutti gli altri pezzi. (pp. 157-160)

Nel 1209 Innocenzo III indice la crociata contro gli Albigesi: è il primo grande massacro della storia d’occidente (ed è anche la data che segna la fine della grande poesia provenzale).
 
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1) Quanto alla questione della castità, si può pensare a certe influenze orientali; precisamente, dall’India proviene la tecnica del tantrismo, che insegna - attraverso rituali yoga, e attraverso stadi successivi di avvicinamento alla donna (che cominciano con il “servizio”) - a raggiungere il nirvana (la transustanziazione del corpo umano) attraverso l’atto sessuale: un atto sessuale che non soppprime il piacere, ma l’effetto fisico di esso (e cioè, la produzione seminale). (pp.163-66)
 

 

 

 

 

 

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