lunedì 25 maggio 2015

Risposte ai quesiti di Italiano (Letteratura - classe V)


1) In che cosa consiste la specificità del romanticismo italiano rispetto al romanticismo europeo?

A differenza del romanticismo europeo (e più specificamente, tedesco) che insiste sugli aspetti fortemente sentimentali (passionali) e irrazionali della poesia, e quindi segna un momento di decisa rottura con la precedente cultura illuminista, il romanticismo italiano (e più specificamente, lombardo) si pone in continuità rispetto alla cultura illuminista, ne riprende alcune idee fondamentali, quali quella della necessità che la poesia sia popolare, tratti argomenti di attualità e svolga una funzione morale e civile.

2) Parafrasate e spiegate i seguenti versi, tratti dalla canzone Ad Angelo Mai: "Da te fino a quest'ora uom non è sorto, / o sventurato ingegno, / pari all'italo nome, altro ch'un solo, / solo di sua codarda etate indegno / Allobrogo feroce, a cui dal polo / maschia virtù, non già da questa mia / stanca ed arida terra, / venne nel petto; onde privato, inerme, / (memorando ardimento) in su la scena / mosse guerra a' tiranni".

Dopo di te, o uomo sfortunato (si riferisce a Tasso), fino ad oggi non è nato che un solo uomo degno della gloria italiana, uno solo, indegno dell'epoca vile in cui visse, quel fiero Allobrogo (si riferisce ad Alfieri, chiamato "Allobrogo" in quanto piemontese: gli Allobrogi erano una popolazione gallica che viveva in quelle zone) nel cui cuore discese valore virile dal cielo (dal cielo, non certo da questa terra "stanca ed arida", incapace di generare un simile valore); un valore grazie al quale lui, privato cittadino, senza armi (e fu un coraggio non da poco), osò muovere guerra ai tiranni sulla scena (cioè, rappresentando le sue tragedie in cui il motivo ricorrente è appunto quello della lotta per la libertà contro la tirannide).

 3) In che cosa consiste la cosiddetta "poetica dell’indefinito" leopardiana?

La poetica dell’indefinito consiste nell’idea leopardiana secondo cui, a fronte di parole dal significato troppo preciso e delimitato ("termini"), ci sono parole particolarmente poetiche ("parole") perché comunicano idee ed immagini vaghe ed imprecise (appunto, "indefinite"): tali sono parole come "lontano", "tanto", "notturno", ecc. Appartiene a questa concezione anche l’idea che sia poetica la "rimembranza", perché la lontananza nel tempo dà alle immagini e alle sensazioni ricordate, particolarmente a quelle dell’infanzia, un alone di indefinitezza.

 4) Collocate nel suo contesto e spiegate letteralmente la seguente strofa, tratta dall’ode Marzo 1821: “Se la terra ove oppressi gemeste / preme i corpi de’ vostri oppressori, / se la faccia d’estranei signori / tanto amara vi parve in quei dì, / chi v’ha detto che sterile, eterno / saria il lutto dell’itale genti? / Chi v’ha detto che ai nostri lamenti / saria sordo quel Dio che v’udì?”

Manzoni vuole ricordare agli austriaci che lo stesso amor di patria, che animò loro quando combatterono a Lipsia contro Napoleone, ora anima, contro loro stessi, gli italiani, che si accingono a conquistare la propria libertà e indipendenza. Dice quindi: se la terra dove soffriste in quanto oppressi (si rivolge agli austriaci, ricordando loro di quando la loro patria era oppressa dai francesi di Napoleone), ora ricopre i corpi dei vostri oppressori (i francesi, appunto, che a Lipsia sono morti e sono stati sepolti), se il volto dei dominatori stranieri vi sembrò tanto odioso in quei giorni (cioè, nei giorni in cui vi batteste contro gli invasori), chi vi ha detto che la sofferenza degli italiani sarebbe stata senza conseguenze (cioè, non avrebbe generato rivolte) ed eterna? Chi vi ha detto che quel Dio che ascoltò sarebbe stato sordo ai lamenti di noi italiani?

  5) Parafrasate e spiegate i seguenti versi tratti dalla canzone Ad Angelo Mai : "Bennato ingegno, or quando altrui non cale / de’ nostri alti parenti, / a te ne caglia, a te cui fato aspira / benigno sì che per tua man presenti / paion que’ giorni allor che dalla dira / obblivione antica ergean la chioma, / con gli studi sepolti, / i vetusti divini, a cui natura / parlò senza svelarsi, onde i riposi / magnanimi allegràr d’Atene e Roma."

O ingegno di valore (nato per bene operare: si rivolge ad Angelo Mai che ha trovato il De re publica di Cicerone), dal momento che agli altri non importa niente dei nostri grandi progenitori (si riferisce agli antichi Romani), ne importi a te, che sei ispirato da un fato così benevolo nei tuoi confronti che, per opera tua, sembrano rivivere quei tempi in cui (si riferisce all’età del Rinascimento, quando era rinato l’amore per gli autori classici) i divini antichi (i grandi dell’antichità) risollevavano la testa dalla crudele dimenticanza in cui erano caduti; la risollevavano, insieme con (grazie a) la rinascita degli studi dimenticati (lo studio degli autori latini), quegli antichi che avevano il privilegio di comunicare con la natura pur senza conoscerla scientificamente e che pertanto (con la loro poesia, derivata dalla suddetta comunicazione con la natura) rallegrarono i momenti di riposo dei loro contemporanei, Greci e Romani, dotati di grande animo (capaci di grandi pensieri e di grandi azioni).

  6) Qual è il senso delle parole che Adelchi morente rivolge al padre?

Adelchi esorta il padre a non dolersi di essere prigioniero, perchè questa, di essere impossibilitato ad agire, è la condizione migliore, particolarmente per un re, che amministra il potere e quindi esercita la ragion di Stato. Nel mondo, infatti, non c'è possibilità di compiere azioni buone, non è possibile altro che commettere l'ingiustizia o subirla.

  7) Per quale ragione Gertrude cede alla volontà del padre, che la vuole monaca?

Per riottenere l'affetto del padre, un affetto che il padre le nega da quando ha saputo che lei non intende entrare in convento. In particolare, l'atteggiamento del padre è diventato ancora più ostile (l'ha fatta addirittura rinchiudere nella sua camera) da quando è stato scoperto un biglietto di lei indirizzato ad un paggio. Gertrude capisce che solo se acconsente a farsi monaca, tutto tornerà come prima.

  8) Che cos'è la noia per Leopardi?

La noia è "il più sublime dei sentimenti umani", in quanto è la condizione in cui si sente un uomo dotato di grande anima di fronte ad ogni cosa che la vita può offrire; è il sentire che la propria anima non può essere soddisfatta da alcun piacere particolare, il sentire che c'è un vuoto che non può essere colmato. Dunque sono gli uomini mediocri che non provano la noia, perché la loro anima può essere colmata con poco.

  9) Che cosa rappresenta Silvia nella canzone a lei dedicata?

Silvia (che canta nelle giornate di primavera, immaginando confusamente un futuro piacevole) rappresenta il fiorire delle speranze e delle illusioni nell'età della giovinezza (nella primavera della vita). La sua morte, quindi, rappresenta la caduta di quelle speranze ed illusioni "all'apparir del vero", cioè quando, finita l'età giovanile, ci si rende conto che la vita è dolore (che la realtà non è piacevole come si era immaginata).

 

 

 

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