giovedì 21 maggio 2015

Risposte ai quesiti di Italiano (Divina Commedia - Purgatorio)


 1) Per quali ragioni ci dovremmo meravigliare che Catone sia posto a guardia del Purgatorio?

Ci dovremmo meravigliare perché Catone era un pagano (e, come tale, dovrebbe stare nel Limbo), un suicida (e, come tale, dovrebbe stare nel girone infernale in cui sono puniti i violenti contro se stessi), un anticesariano (e Cesare, per Dante, era il fondatore dell'Impero, voluto da Dio; quindi, opporglisi equivale ad opporsi alla volontà di Dio).

2) Nel VI canto, in occasione dell’incontro fra Sordello e Virgilio, Dante lancia una serie di invettive politiche. Dite brevemente contro chi e perché.

Le invettive sono contro le città italiane (dilaniate da guerre, sia fra di loro, sia, al loro interno, fra fazioni opposte), contro gli uomini di Chiesa (che tralasciano il proprio compito religioso e pretendono di gestire il potere politico), contro l'imperatore (che, rimanendo in Germania, viene meno al suo dovere di far valere l'autorità imperiale anche in Italia), infine contro Firenze (descritta ironicamente come il contrario di ciò che è, ovvero come una città di uomini disinteressati e capace di legiferare con grande saggezza).

3) A quale gruppo di anime appartiene Buonconte da Montefeltro e perché si presenta dicendo: "Io fui di Montefeltro, io son Bonconte"?

Buonconte appartiene alla schiera dei morti di morte violenta, e si presenta in quel modo per sottolineare che nell'aldilà si è soltanto se stessi, con la propria individualità (segnata dal nome personale: Bonconte); i titoli nobiliari, la potenza del casato (Montefeltro) non contano più, appartengono al passato (fui) della vita terrena.

4) Dite brevemente per quali ragioni Stazio è oltremodo riconoscente a Virgilio.

Le ragioni sono tre: Stazio, poeta epico, riconosce in Virgilio, autore dell'Eneide, il proprio maestro e modello; poi gli è grato perché, grazie ad alcuni versi dell'Eneide, si è ravveduto dal peccato di prodigalità e quindi si è salvato dalla dannazione; infine gli è anche grato perché, con l'ecloga IV, l'ha indotto alla conversione, facendogli capire la verità della religione cristiana.

5) "State contenti, umana gente, al quia; / ché se potuto aveste veder tutto, / mestier non era parturir Maria; " (III, 37-39). Collocate e spiegate questi versi.

Virgilio sta spiegando a Dante che ci sono cose che l'intelligenza umana non può capire (nel caso specifico, il fatto che le anime, pur essendo ombre inconsistenti, possano sentire il dolore come se avessero il corpo). Dice quindi che gli uomini devono accettare che sia così, perché, se avessero potuto conoscere tutta la verità con la sola forza del proprio intelletto, non sarebbe stata necessaria la nascita di Cristo (cioè, non ci sarebbe stato bisogno della vera fede, che invece è indispensabile).

6) Chi, in quale cornice e perché viene chiamato da Guinizzelli "il miglior fabbro del parlar materno"?

Arnaut Daniel, nella cornice dei lussuriosi, viene chiamato così per sottolineare che è stato il più bravo a forgiare (come fa un fabbro) la lingua che si impara dalla madre (cioè, il volgare), in altre parole è stato il migliore fra coloro che hanno scritto in volgare.

7) Da che cosa prende origine la trasformazione in mostro del carro nell’Eden e quale è (in generale, senza entrare nei dettagli) il significato allegorico di tale trasformazione?

La trasformazione prende origine da alcune penne lasciate cadere dall'aquila sul carro. Siccome l'aquila rappresenta l'impero, e il carro la Chiesa, le penne lasciate cadere significano la donazione di Costantino, quindi l'inizio del potere temporale della Chiesa. Il carro si trasforma in mostro perché il potere temporale ha determinato la degenerazione della Chiesa, col passare del tempo sempre più interessata ai beni terreni e sempre meno ai valori cristiani.

8) "Né creator né creatura mai / - cominciò el - figliuol, fu sanza amore, / o naturale o d’animo; e tu 'l sai. / Lo naturale è sempre sanza errore, / ma l’altro puote errar per malo obietto / o per troppo o per poco di vigore." Così Virgilio a Dante nel canto XVII. Spiegate la differenza fra amore naturale e d’animo e, in particolare, gli ultimi due versi.

L'amore naturale è quello innato (proprio anche delle piante e degli animali), l'amore d'animo è quello che implica una scelta, determinata da ragione e volontà (quindi è proprio solo dell'uomo). Solo tale amore può dare origine al peccato, e ciò succede quando si indirizza verso un cattivo obiettivo (verso il male del prossimo, e si concretizza nei peccati di superbia, invidia, ira), oppure quando, pur indirizzato verso un buon obiettivo, si esercita con poco vigore (verso Dio: ed è il peccato di accidia) o con troppo vigore (verso i beni terreni: e si hanno i peccati di avarizia, gola e lussuria).

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