Traducete il seguente passo:
"Raptores orbis, postquam cuncta vastantibus defuere terrae, et mare
scrutantur; si locuples hostis est, avari, si pauper, ambitiosi, quos non
Oriens, non Occidens satiaverit: soli omnium opes atque inopiam pari adfectu
concupiscunt. Auferre, trucidare, rapere falsis nominibus imperium, atque ubi
solitudinem faciunt, pacem appellant." (Agricola, XXX).
"Ladroni del mondo, dopo che a loro che tutto devastano sono venute
meno le terre, scrutano anche il mare; se il nemico è ricco, sono avidi, se è
povero sono ambiziosi, loro che non l'oriente non l'occidente ha saziato: soli
fra tutti con uguale intensità bramano la ricchezza e la povertà. Con falsi
appellativi chiamano impero il rubare, il trucidare, il rapinare e
chiamano pace dove fanno un deserto".
Dite chi sta parlando, qual è il
senso di queste parole e qual è il senso complessivo del discorso che sta
facendo.
Calgaco, il capo dei Caledoni, sta rivolgendosi ai
suoi uomini prima della battaglia decisiva contro i Romani. Dice che i
Romani usano nobili parole come "impero" e "pace", ma la
loro è solo una brutale opera di conquista, perché il loro desiderio è sempre e
soltanto quello di impadronirsi di ogni terra esistente, ricca o povera
che sia. Il senso complessivo del discorso di Calgaco è appunto questo: i
Romani non sono portatori di civiltà, ma sono massacratori degli altri popoli,
stupratori di donne e sfruttatori delle ricchezze altrui; e quindi, se non si
vuole fare la fine degli altri popoli sottomessi, non resta che battersi e
sconfiggerli.
defuere: dite
tempo, modo, persona e il verbo a cui appartiene questa forma verbale.
Terza persona plurale del perfetto indicativo di desum.
imperium: che cos'è in
analisi logica?
Predicativo dell'oggetto, rappresentato dai tre infiniti auferre,
trucidare, rapere.
Dite di quale periodo storico
trattavano gli Annales di Tacito e quali sono le parti che ci sono
rimaste.
Gli Annales trattavano della dinastia giulio-claudia,
e quindi andavano dalla morte di Augusto (14 d. C.) alla morte di Nerone (68 d.
C.). Ci sono rimasti, con lacune, i primi sei libri (relativi al principato di
Tiberio) e gli ultimi sei, peraltro mutili della parte finale (relativi al
principato di Claudio e a quello di Nerone fino al 66 d. C.).
Nel Somnium Scipionis come
viene spiegata la ragione per cui noi uomini non sentiamo l’armonia delle sfere
celesti?
Non la sentiamo perché le nostre orecchie ne sono
assordate: allo stesso modo in cui coloro che abitano vicino alle cascate di
Catadupa perdono il senso dell'udito e non ne sentono più il frastuono (ed
anche allo stesso modo in cui coloro che fissano il sole perdono il senso della
vista).
"Si natura negat, facit
indignatio versum, qualemcumque potest". Che cosa intende dire
Giovenale con questa famosa affermazione?
"Se la natura lo impedisce, è l'indignazione che
crea il verso, come può". Giovenale intende dire che, anche se la natura
gli ha negato doti poetiche, tuttavia lo sdegno nei confronti della
depravazione dilagante lo spinge ugualmente a scrivere versi, belli o brutti
che siano.
Quale
insegnamento morale vuole darci Cicerone nel De Officiis, quando ci
racconta la favola di Gige?
Tramite la favola di Gige (costui, profittando di un
anello grazie al quale poteva rendersi invisibile, aveva commesso una serie di
misfatti ed era giunto in tal modo ad impadronirsi del regno di Lidia) Cicerone
vuole insegnarci che la legalità e la moralità vanno rispettate perché sono
giuste in sè, non perché, altrimenti, si viene puniti. Dunque l'uomo giusto e
onesto non commette azioni illegali e immorali, anche se sa che queste non
saranno scoperte e lui non sarà punito.
Nella favola di Amore e Psiche
(interna al romanzo di Apuleio), Psiche viene punita per la sua curiosità.
Spiegate, sinteticamente, di che si tratta.
Amore, il figlio di Venere, si era innamorato di
Psiche, l'aveva portata nel suo castello e l'aveva fatta sua sposa. Però a
Psiche era stato proibito di vedere lo sposo, che la visitava solo di notte. Ma
una notte lei, spinta dalle invidiose sorelle, lo guarda illuminandolo con una
lucerna; una goccia d'olio bollente cade dalla lucerna su Amore, che si sveglia
e fugge via. In seguito a ciò Psiche dovrà affrontare una serie di durissime
prove prima di riottenere la felicità perduta.
Perché si può dire che la favola di Amore e Psiche
ripete, in piccolo, il senso del romanzo entro cui è collocata?
Entrambe le vicende hanno un significato
mistico-allegorico. Sia Psiche che Lucio (il protagonista dell'Asino d'oro)
sono puniti per la loro curiosità (Psiche ha voluto vedere il volto del suo
sposo, viene quindi cacciata e costretta ad affrontare difficilissime prove;
Lucio ha voluto conoscere le arti magiche, viene quindi trasformato in asino ed
è costretto, in tale veste, a vivere molte e dolorose peripezie). Per entrambi
però le prove costituiscono un percorso di purificazione e ascensione, al
termine del quale acquisiscono una condizione superiore: Psiche viene accolta
fra le divinità e Lucio, tornato uomo, viene iniziato ai misteri della dea
Iside, di cui diventa sacerdote.
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