martedì 19 maggio 2015

Risposte ai quesiti di Latino (classe V)

  1.  
Traducete il seguente passo: "Raptores orbis, postquam cuncta vastantibus defuere terrae, et mare scrutantur; si locuples hostis est, avari, si pauper, ambitiosi, quos non Oriens, non Occidens satiaverit: soli omnium opes atque inopiam pari adfectu concupiscunt. Auferre, trucidare, rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant." (Agricola, XXX).

 "Ladroni del mondo, dopo che a loro che tutto devastano sono venute meno le terre, scrutano anche il mare; se il nemico è ricco, sono avidi, se è povero sono ambiziosi, loro che non l'oriente non l'occidente ha saziato: soli fra tutti con uguale intensità bramano la ricchezza e la povertà. Con falsi appellativi chiamano impero il rubare, il trucidare, il rapinare  e chiamano pace dove fanno un deserto".

Dite chi sta parlando, qual è il senso di queste parole e qual è il senso complessivo del discorso che sta facendo.

Calgaco, il capo dei Caledoni, sta rivolgendosi ai suoi uomini prima della battaglia decisiva contro i Romani.  Dice che i Romani usano nobili parole come "impero" e "pace", ma la loro è solo una brutale opera di conquista, perché il loro desiderio è sempre e soltanto quello di impadronirsi di ogni terra esistente, ricca o  povera che sia. Il senso complessivo del discorso di Calgaco è appunto questo: i Romani non sono portatori di civiltà, ma sono massacratori degli altri popoli, stupratori di donne e sfruttatori delle ricchezze altrui; e quindi, se non si vuole fare la fine degli altri popoli sottomessi, non resta che battersi e sconfiggerli.

defuere: dite tempo, modo, persona e il verbo a cui appartiene questa forma verbale.

 Terza persona plurale del perfetto indicativo di desum. 

imperium: che cos'è in analisi logica?

 Predicativo dell'oggetto, rappresentato dai tre infiniti auferre, trucidare, rapere. 

Dite di quale periodo storico trattavano gli Annales di Tacito e quali sono le parti che ci sono rimaste.

Gli Annales trattavano della dinastia giulio-claudia, e quindi andavano dalla morte di Augusto (14 d. C.) alla morte di Nerone (68 d. C.). Ci sono rimasti, con lacune, i primi sei libri (relativi al principato di Tiberio) e gli ultimi sei, peraltro mutili della parte finale (relativi al principato di Claudio e a quello di Nerone fino al 66 d. C.).

Nel Somnium Scipionis come viene spiegata la ragione per cui noi uomini non sentiamo l’armonia delle sfere celesti?

Non la sentiamo perché le nostre orecchie ne sono assordate: allo stesso modo in cui coloro che abitano vicino alle cascate di Catadupa perdono il senso dell'udito e non ne sentono più il frastuono (ed anche allo stesso modo in cui coloro che fissano il sole perdono il senso della vista).

"Si natura negat, facit indignatio versum, qualemcumque potest". Che cosa intende dire Giovenale con questa famosa affermazione?

"Se la natura lo impedisce, è l'indignazione che crea il verso, come può". Giovenale intende dire che, anche se la natura gli ha negato doti poetiche, tuttavia lo sdegno nei confronti della depravazione dilagante lo spinge ugualmente a scrivere versi, belli o brutti che siano.
Quale insegnamento morale vuole darci Cicerone nel De Officiis, quando ci racconta la favola di Gige?
Tramite la favola di Gige (costui, profittando di un anello grazie al quale poteva rendersi invisibile, aveva commesso una serie di misfatti ed era giunto in tal modo ad impadronirsi del regno di Lidia) Cicerone vuole insegnarci che la legalità e la moralità vanno rispettate perché sono giuste in sè, non perché, altrimenti, si viene puniti. Dunque l'uomo giusto e onesto non commette azioni illegali e immorali, anche se sa che queste non saranno scoperte e lui non sarà punito.
Nella favola di Amore e Psiche (interna al romanzo di Apuleio), Psiche viene punita per la sua curiosità. Spiegate, sinteticamente, di che si tratta.
Amore, il figlio di Venere, si era innamorato di Psiche, l'aveva portata nel suo castello e l'aveva fatta sua sposa. Però a Psiche era stato proibito di vedere lo sposo, che la visitava solo di notte. Ma una notte lei, spinta dalle invidiose sorelle, lo guarda illuminandolo con una lucerna; una goccia d'olio bollente cade dalla lucerna su Amore, che si sveglia e fugge via. In seguito a ciò Psiche dovrà affrontare una serie di durissime prove prima di riottenere la felicità perduta.
Perché si può dire che la favola di Amore e Psiche ripete, in piccolo, il senso del romanzo entro cui è collocata?
Entrambe le vicende hanno un significato mistico-allegorico. Sia Psiche che Lucio (il protagonista dell'Asino d'oro) sono puniti per la loro curiosità (Psiche ha voluto vedere il volto del suo sposo, viene quindi cacciata e costretta ad affrontare difficilissime prove; Lucio ha voluto conoscere le arti magiche, viene quindi trasformato in asino ed è costretto, in tale veste, a vivere molte e dolorose peripezie). Per entrambi però le prove costituiscono un percorso di purificazione e ascensione, al termine del quale acquisiscono una condizione superiore: Psiche viene accolta fra le divinità e Lucio, tornato uomo, viene iniziato ai misteri della dea Iside, di cui diventa sacerdote.
       

 

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