giovedì 21 maggio 2015

Risposte ai quesiti di Italiano (Divina Commedia - Inferno)


1) Spiegate e collocate questi versi: "E io a lui: "Da me stesso non vegno: / colui ch’attende là, per qui mi mena / forse cui Guido vostro ebbe a disdegno"" (canto X, vv. 61-63).

Sono le parole con cui Dante risponde a Cavalcante de’ Cavalcanti, il quale, credendo che Dante compisse quel viaggio per "altezza d’ingegno", gli aveva chiesto come mai non ci fosse con lui anche il proprio figlio Guido. Significano: non vengo da solo (e cioè, non vengo grazie alle sole forze dell’ingegno); colui che mi aspetta là (e indica Virgilio) mi conduce verso colei (e si riferisce a Beatrice, allegoria della fede o della grazia divina) che Guido, probabilmente, disprezzò (e intende dire che Guido non ha avuto la fede né, quindi, il necessario sostegno della grazia).

2) Quali sono i peccati di "malizia", dove vengono puniti e perché sono i più gravi?

I peccati di malizia sono quelli che implicano particolarmente l’uso dell’intelletto per compiere il male, e si distinguono in due grandi categorie: la malizia verso chi non si fida (o frode), che viene punita in Malebolge, e la malizia verso chi si fida (o tradimento), che viene punita nel lago ghiacciato di Cocito (o pozzo dei giganti). Sono i più gravi appunto perché, ai fini del peccato, viene usata l’intelligenza, ovvero la dote più propria e più alta dell’uomo.

3) In che cosa consiste la baratteria e qual è la pena per coloro che hanno commesso tale peccato?

La baratteria è il peccato di frode commesso da quei politici che, invece di operare disinteressatamente, traggono vantaggi personali dalla carica che ricoprono. La pena per i barattieri consiste nello stare immersi nella pece bollente, da cui non possono uscire (se lo fanno, rischiano di essere uncinati e torturati dai diavoli che stanno a guardia della bolgia).

4) Che cos’è la Tolomea e qual è la caratteristica, unica nell’inferno, che riguarda i peccatori ivi puniti?

La Tolomea è la terza zona del lago Cocito, dove sono puniti i traditori degli ospiti. La caratteristica unica che li riguarda è che la loro anima precipita immediatamente nell’inferno, appena commesso il peccato. E dunque, mentre loro sono già all’inferno, il loro corpo, di cui si è impadronito un diavolo, continua a vivere sulla terra.

5) Collocate e spiegate i seguenti versi: "E non pur io qui piango bolognese; / anzi n’è questo luogo tanto pieno, / che tante lingue non sono ora apprese / a dicer 'sipa' tra Savena e Reno" (canto XVIII, vv. 58-61)

Chi parla è Venedico Caccianemico, un ruffiano bolognese incontrato da Dante nella bolgia dei seduttori. Dice che lui non è il solo bolognese ad essere dannato come ruffiano, anzi, in quella bolgia ci sono più bolognesi di quanti ce ne sono, viventi, nel territorio di Bologna (precisamente: di quanti pronunciano "sia" in dialetto, ovviamente bolognese, fra il Savena e il Reno, che sono appunto i fiumi che delimitano il territorio di Bologna).

6) Chi, secondo Dante, era stato degno di vedere l’oltretomba e perché?

Ne erano stati degni Enea e S. Paolo. Il primo perché avrebbe dovuto conoscere il grande destino futuro della sua stirpe: dai suoi discendenti sarebbe stata fondata Roma (non da Enea, da Romolo: l'ha detto anche Berlusconi, in un discorso in occasione dell'ingresso della Russia nella NATO), sede predestinata dell’Impero e del Papato. Il secondo perché avrebbe visto la verità di quella fede (cristiana) che avrebbe poi dovuto divulgare fra gli uomini.

7) In che cosa consiste il contrappasso per i suicidi e quale sarà la loro condizione dopo il giudizio universale?

Poiché in vita disprezzarono il proprio corpo umano e fecero ad esso violenza, i suicidi sono ora condannati ad assumere un corpo di natura inferiore (vegetale: sono tramutati in piante) e a subire violenza da parte delle Arpie (che nidificano su quelle piante e si cibano delle loro foglie) e delle cagne (che lacerano e spezzano i rami, mentre inseguono e dilaniano gli scialacquatori). Dopo il giudizio universale, a differenza di tutti gli altri dannati, non potranno rivestire il proprio corpo umano, ma lo appenderanno a un ramo del proprio corpo arboreo.

8) "Galeotto fu il libro e chi lo scrisse": chi pronuncia queste parole e che cosa significano?

Queste parole le pronuncia Francesca, quando racconta a Dante l’occasione in cui lei e Paolo caddero nel peccato di lussuria. Dice che accadde mentre stavano leggendo il romanzo in cui si raccontavano le vicende amorose di Ginevra e Lancillotto. Dunque quel libro e il suo autore furono "intermediari" del loro amore, così come, nel romanzo stesso, Galehaut era stato intermediario dell’amore fra Ginevra e Lancillotto.

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