ROMANTICISMO ITALIANO (saggio breve)

Tipologia B (saggio breve o articolo di giornale)
 
Sviluppa l’argomento o in forma di “saggio breve” utilizzando i documenti (e le informazioni) qui di seguito riportati e facendo riferimento alle tue conoscenze ed esperienze.
Dà un titolo alla tua trattazione ed indica la destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Non superare le quattro colonne di metà di foglio protocollo.
 
 
La specificità del romanticismo italiano
 
“La religione sensuale dei Greci non prometteva che beni esteriori e temporali. L’immortalità, se pur vi credevano, non era da essi che appena scorta in lontananza, come un’ombra, come un sogno leggero che altro non presentava se non una languida immagine della vita, e spariva dinanzi alla sua luce sfolgoreggiante. Dal punto di vista cristiano, tutto è precisamente l’opposto; la contemplazione dell’infinito ha rivelato il nulla di tutto ciò che ha dei limiti... Una simile religione... conferma quella voce segreta che ci dice che noi aspiriamo ad una felicità cui non si può giungere in questo mondo, che nessun oggetto cadùco può mai riempire il vuoto del nostro cuore... E perciò la poesia degli antichi era quella del godimento, la nostra è quella del desiderio; l’una si stabiliva nel presente, l’altra si libra fra il ricordo del passato e il presentimento dell’avvenire.” (dal Corso di letteratura drammatica  di A. W. Schlegel)
 
“In questa condizione (di vita rurale) i nostri sentimenti elementari esistono in uno stato di maggiore semplicità e di conseguenza possono essere contemplati più accuratamente e comunicati con più forza; perché il comportamento della vita rurale nasce da questi sentimenti elementari... e, infine, perché in questa condizione le passioni degli uomini fanno tutt’uno con le forme stupende e imperiture della natura. Si è pure adottato il linguaggio di questi uomini... perché proprio essi comunicano continuamente con le cose migliori, dalle quali proviene originariamente la parte migliore della lingua... Un simile linguaggio... è dunque un linguaggio più stabile e ben più filosofico di quello che i poeti di solito sostituiscono ad esso, pensando di attirare tanti più onori a se stessi e alla loro arte.” (dalla prefazione di W. Wordsworth alla seconda edizione delle Ballate liriche )
 
 “Se la stupidità dell’Ottentoto è nemica della poesia, non è certo molto favorevole a lei la somma civilizzazione del Parigino… I canti del poeta non entrano nellì’anima del primo perché non trovano la via d’entrarvi: Nell’anima del secondo appena appena discendono accompagnati da paragoni e da raziocini: la fantasia ed il cuore non rispondono loro che come a reminiscenze lontane… Tutte le presenti nazioni d’Europa... sono formate da tre classi d’individui: l’una di Ottentoti; l’una di Parigini; e l’una, per ultimo, che comprende tutti gli altri individui leggenti ed ascoltanti... La gente ch’egli [il poeta] cerca, i suoi veri lettori, stanno a milioni nella terza classe. E questa, cred’io, deve il poeta moderno aver di mira, da questa deve farsi intendere, a questa deve studiar di piacere... Ed ecco come la sola vera poesia sia la popolare.” (dalla Lettera semiseria di Grisostomo, di G. Berchet)
 
“La poesia deve proporsi per oggetto il vero, come l’unica sorgente di un diletto nobile e durevole; giacché il falso può bensì trastullare la mente, ma non arricchirla, né elevarla... Come il mezzo più naturale di render più facili e più estesi tali effetti della poesia, (essa) deve scegliere de’ soggetti che, avendo quanto è necessario per interessare le persone più dotte, siano insieme di quelli per i quali un maggior numero di lettori abbia una disposizione di curiosità e d’interessamento, nata dalle memorie e dalle impressioni giornaliere della vita; e per conseguenza (si deve dare) finalmente il riposo a quegli altri soggetti, per i quali la classe sola de’ letterati, e non tutta, ha un’affezione venuta da abitudini scolastiche...” (dalla lettera Sul Romanticismo  al marchese C. D’Azeglio, di A. Manzoni)
 
 
Quello che segue è un esempio di come si poteva svolgere un "saggio breve" sull'argomento che vi era stato proposto ("La specificità del Romanticismo italiano") e con il supporto dei documenti che vi erano stati forniti. E' un esempio, nel senso che è la traccia di come l'avrei impostato io, ma lo si poteva impostare anche in altri modi. L'importante è attenersi all'argomento proposto (nel nostro caso, il Romanticismo italiano, non il Romanticismo in generale), non pensare che lo svolgimento consista nello spiegare il senso di tutti i documenti forniti e, soprattutto, avere un punto di vista, fare propria una certa tesi e sostenerla con buoni argomenti (che possono essere in accordo con ciò che è detto in qualche documento, ma anche, perché no?, in disaccordo: l'importante, lo ripeto, è motivare il proprio punto di vista). Anche la scelta del titolo è significativa, perché indica, appunto, l'impostazione che si è data al saggio. Sotto, seguono mie valutazioni sui titoli scelti.
 
 
Una nuova popolarità e moralità della letteratura
 
  • A fronte del romanticismo nordico, che privilegia aspetti irrazionali, esistenziali, fortemente sentimentali, e si esprime soprattutto con la poesia lirica, il romanticismo italiano vuole proporre problematiche attuali, di interesse  politico e sociale, e si esprime soprattutto con il romanzo;
  • ciò vuol dire che gli italiani, più che dedicarsi ad interpretazioni simboliche e visionarie della realtà o esprimere quella Sehnsucht così cara ai romantici tedeschi (si veda come Schlegel indichi proprio questa condizione, portata dal cristianesimo, come propria della sensibilità moderna) si collocano in una linea di continuità con la tradizione illuministica e più precisamente intendono mettere la letteratura al servizio di un progetto politico, che è quello del progresso economico e dell’unificazione politica della nazione;
  • se questo è vero, è necessario il coinvolgimento del popolo, il quale quindi diventa il destinatario per eccellenza della letteratura. Lo dice  chiaramente Berchet e lo dice altrettanto chiaramente Manzoni;
  • che la parola “popolo” indichi una classe sociale ben definita, e cioè la borghesia, lo si capisce bene dalla distinzione che Berchet pone fra Ottentoti, Parigini e quella classe intermedia (appunto, la borghesia) a cui soltanto si rivolge il poeta.
  • Dunque è un’idea diversa di popolo da quella che indica Wordsworth quando parla di mondo rurale a cui bisogna ritornare per ritrovare sentimenti autentici e linguaggio naturale. Wordsworth pensa alla campagna come luogo antitetico alla città, come luogo non corrotto dal progresso e dall’industrializzazione. Il suo è un romanticismo che intende recuperare la semplicità e la primitività della natura;
  • Berchet (ma anche Manzoni) pensa al popolo della città (tale è la borghesia), che diventa partecipe dei sentimenti del poeta, acquista coscienza della propria identità nazionale e si fa carico della missione politica di realizzare l’unità d’Italia.
  • Manzoni dice qualcosa di più; parla di una letteratura che deve avere per oggetto il vero, perché solo così essa può “arricchire” ed “elevare” la mente. Dunque c’è un fine educativo della letteratura, c’è una sua moralità intrinseca se si dice che la mente del lettore deve essere non “trastullata”, ma “elevata”, innalzata. Del resto è proprio ciò che dobbiamo aspettarci da Manzoni, il quale sin dal Carme in morte di C. Imbonati aveva esaltato il “santo Vero” e aveva propugnato l’impegno morale e civile della letteratura.
 
Titoli generici
Il Romanticismo in Italia
Analisi delle caratteristiche principali del romanticismo italiano rispetto a quello europeo
Considerazioni sul romanticismo in Europa e più specificamente in Italia
Le caratteristiche del romanticismo
Romanticismo in Europa
 
Titoli strani, poco chiari
Romanticismo, le conseguenze del suo sviluppo e Manzoni
Il Romanticismo attraverso Berchet, Schlegel, Manzoni
Forma e contenuto del romanticismo
Specificità e stile del Romanticismo italiano
 
Titoli interessanti
Religiosità e moralità nel Romanticismo
Romanticismo italiano, il principio dell’unità d’Italia
 

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