VALERIO MASSIMO (traduzioni)

Astuzia di Bruto

Il Tarquinio di cui si parla è l’ultimo re di Roma, il quale, temendo che qualcuno gli sottraesse il regno, aveva fatto uccidere tutti quelli che riteneva pericolosi avversari. Bruto (nipote di Tarquinio) è colui che lo caccerà, fonderà la repubblica e sarà console. Nel testo si parla poi di Apollo Pizio: così si chiamava il dio a cui era dedicato un famoso santuario a Delfi, in Grecia; là si usava andare da tutto il mondo, non solo per rendere omaggio al dio, ma anche per interrogarlo sul futuro.

Iunius Brutus, cum a rege Tarquinio avunculo suo animadvertisset inter ceteros etiam fratrem suum, quod vegetioris ingenii erat, interfectum esse, obtusi se cordis esse simulavit eaque fallacia maximas virtutes suas texit. Profectus Delphos cum Tarquinii filiis, quos rex ad Apollinem Pythium muneribus sacrificiisque honorandum miserat, aurum deo, nomine doni, clam cavato baculo inclusum tulit; nam timebat ne sibi caeleste numen aperta liberalitate venerari tutum non esset. Peractis deinde mandatis patris, Apollinem iuvenes consuluerunt quisnam ex ipsis Romae regnaturus videretur. Atque is penes eum summam urbis potestatem futuram respondit, qui ante omnes matri osculum dedisset. Tum Brutus, perinde atque casu prolapsus, de industria se abiecit terramque, communem omnium matrem existimans, osculatus est.
 
Valerio Massimo, Facta et dicta memorabilia (VII, 3)
Traduzione
 
Giunio Bruto, essendosi accorto che, fra gli altri, anche suo fratello, poiché era alquanto intelligente (lett.: di ingegno alquanto vivo), era stato ucciso da suo zio il re Tarquinio, finse di essere sciocco (lett.: di mente ottusa) e con quest’inganno nascose le sue grandissime capacità. Partito per Delfi con i figli di Tarquinio, che il re aveva mandato ad onorare Apollo Pizio con doni e sacrifici, portò di nascosto al dio, a titolo di dono, dell’oro racchiuso in un bastone cavo; infatti temeva che non fosse sicuro per lui venerare la divinità celeste con manifesta generosità. Quindi, eseguito l’incarico (lett., plurale) del padre, i giovani chiesero ad Apollo chi mai fra loro (gli) sembrasse che avrebbe regnato a Roma. Ed egli rispose che il sommo potere sulla (lett.: della) città sarebbe stato nelle mani di (lett.: presso) colui che avesse dato prima di tutti un bacio alla madre. Allora Bruto, scivolato come per caso, si lasciò cadere intenzionalmente e baciò la terra, ritenendo(la) comune madre di tutti.

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