GUICCIARDINI (testi: la collaborazione col tiranno)

Così Guicciardini nei Ricordi:
 
Credo sia uficio di buoni cittadini, quando la patria viene in mano di tiranni, cercare d'avere luogo con loro per potere persuadere el bene e detestare el male; e certo interesse della città che in qualunque tempo gli uomini da bene abbino autorità. E ancora che gli ignoranti e passionati di Firenze l'abbino sempre intesa altrimenti, si accorgerebbono quanto pestifero sarebbe el governo de' Medici se non avessi intorno altri che pazzi e cattivi. (Guicciardini, Ricordi, 220)
 
Tacito intende difendere il suocero Agricola dall’accusa di non essersi opposto, ma di avere collaborato con un governo tirannico quale è stato quello di Domiziano. Lo fa con l’argomento che segue, un argomento che ricorda molto quello usato da Guicciardini quando, nei Ricordi, sostiene le buone ragioni della propria collaborazione con il governo dei Medici
 
Proprium humani ingenii est odisse quem laeseris: Domitiani vero natura praeceps in iram, et quo obscurior, eo inrevocabilior, moderatione tamen prudentiaque Agricolae leniebatur, quia non contumacia neque inani iactatione libertatis famam fatumque provocabat. Sciant, quibus moris est inlicita mirari, posse etiam sub malis principibus magnos viros esse, obsequiumque ac modestiam, si industria ac vigor adsint, eo laudis excedere, quo plerique per abrupta, sed in nullum rei publicae usum ambitiosa morte inclaruerunt. (Tacito, Agricola, XLII)
 
E’ tipico della natura umana odiare chi hai offeso; Domiziano, d'altra parte, pur incline per indole all'ira, tanto più implacabile se soffocata, era in parte acquietato dalla misurata prudenza di Agricola, che non cercava la gloria sfidando la morte con spavalderia e con vana esibizione di libertà di spirito. Sappiano coloro che son soliti ammirare i gesti di ribellione che anche sotto cattivi principi vi possono essere uomini grandi e che una riservata obbedienza, se accompagnata da energica operosità, può innalzare al vertice di quella gloria di cui molti si ammantano ostentando il sacrificio della propria vita, attraverso arduo percorso e senza vantaggio per lo Stato.
 
 

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