lunedì 17 agosto 2015

Pascoli: ideologia e linguaggio

Ideologia e linguaggio in Pascoli
 
E. SANGUINETI, Ideologia e linguaggio,
ed. Feltrinelli 1965, pp. 7-36.
 
Con la “estensione del diritto di cittadinanza a tutti gli elementi della realtà” (Contini), e quindi anche a quelli tradizionalmente considerati impoetici[1], Pascoli non fa una rivoluzione (che del resto appartiene al Romanticismo), ma una riforma; giacché in lui la lotta non è fra sublime e no (come sarà in Gozzano e Montale), ma fra sublime inferiore e sublime superiore. Pascoli è l'ideologo del sublime inferiore (laddove D'Annunzio lo è di quello superiore), e in questo senso è la voce della piccola borghesia.
E' riformista perché mette allo stesso livello "rosa" e "trifoglio", cosiccome, in politica, è per la collaborazione di classe.
E' piccolo borghese in quanto esprime l'ideologia del piccolo proprietario di campagna: il mondo si riduce al poderetto, all'orticello chiuso da una siepe (alla sicurezza della proprietà privata).
Come fra le parole c'è collaborazione di classe, così fra le cose: e abbiamo paesaggi in cui le piccole cose (la gallina, il cane) campeggiano vicino alle grandi (i monti), creando, fra l'altro, un effetto di deformazione della realtà.[2]
Riesce grande poeta (crea suggestioni profonde), quando mescola realtà e sogno, Eros e Thanatos (vedi Digitale purpurea, Il torello).





 
[1]Il concetto è espresso dallo stesso Pascoli in una lettera del 1899 al pittore Antony de Witt: “Le anime e le cose, sieno esse grandi o piccole, buone o cattive, belle o brutte, hanno tutte un quid poetico in esse celato, celato più o meno: il poeta ve lo coglie e ne fa la poesia: come l’ape che, sia il fiore amaro o dolce, grande o piccolo, sia trifoglio o rosa, vistoso o umile, ne estrae sempre quel miele.”
[2]E' questo l'aspetto più tipicamente decadente della sua poesia: proprio perché si rimpiccioliscono le cose grandi e si ingrandiscono le cose piccole (come il poeta non può non  fare, secondo quanto dichiarato nel saggio su Il fanciullino ), risulta eliminata la prospettiva, e ciò produce un effetto eminentemente anti-realistico.

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