venerdì 7 agosto 2015

Il Seicento nei Promessi sposi

L’ambiente del romanzo: il Seicento
 
L. RUSSO, Personaggi dei Promessi Sposi,
Laterza 1965, p. 24 e segg.
 
Manzoni ambienta il suo romanzo nel Seicento, perché questo secolo gli pare il più significativo, per vanità e farisaismo ipocrita, della perdita di valori morali.
C’è, subito all’inizio, il manoscritto, retorico e barocco, e quindi simbolo di un gusto per il pomposo tutto esteriore. Ci sono il puntiglio e il senso dell’onore (don Rodrigo muove tutta l’azione per spuntare un impegno; Attilio e il conte zio devono sostenere l’onore del casato; il padre provinciale, l’onore dell’abito; don Ferrante, l’onore della scienza e delle regole ortografiche; per l’onore e per il decoro il principe-padre sacrifica la figlia).
Tutto ciò è rappresentato molto bene da quell’“etica” cavalleresca che domina il secolo: è, per definizione, culto delle apparenze, indifferenza alla sostanza (e quindi ai valori morali).

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