mercoledì 26 agosto 2015

Bonito Oliva e il latino maccheronico


Ho letto di recente (non ricordo più se su un quotidiano o su qualche rivista) la citazione, da parte di Achille Bonito Oliva, di una famosa frase latina, precisamente l’apostrofe con cui Cicerone invita Catilina a non abusare oltre della pazienza dei suoi concittadini. Bonito Oliva rivolge la stessa apostrofe a Salvini e cita così: “Usque tantum, Salvini, abutere patientiae nostrae?”

Ora, non tutti sono tenuti a conoscere il latino, ma chi lo usa (in particolare, se si tratta di un critico autorevole come Bonito Oliva) non dovrebbe commettere simili strafalcioni e, quanto meno, cercare in rete l’espressione corretta: Cicerone non dice “tantum”, che significa “soltanto”, ma “tandem”, che significa “infine”; e il verbo “abutor” regge l’ablativo (“patientia nostra”) non il genitivo (“patientiae nostrae”). Dunque l’espressione corretta, adattata a Salvini, dovrebbe suonare così:

“Quousque tandem, Salvini, abutere patientia nostra?”, e cioè “Fino a quando infine, Salvini, abuserai della nostra pazienza?”

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