venerdì 27 novembre 2015

Tasso: la morte di Argante e Solimano nella Liberata

Argante e Solimano all’ultimo duello
 
Canto XIX, 7-10
 
I crociati sono entrati in Gerusalemme. Il pagano Argante resiste impavido, Tancredi lo riconosce e lo sfida a duello.
      
         7         Grande è il zelo d'onor, grande il desire
               che Tancredi del sangue ha del pagano,
               la sete ammorzar crede de l'ire
               se n'esce stilla fuor per l'altrui mano
               e con lo scudo il copre, e: - Non ferire
               grida a quanti rincontra anco lontano;
               che salvo il nimico infra gli amici
               tragge da l'arme irate e vincitrici.
         8         Escon de la cittade e dan le spalle
               a i padiglion de le accampate genti,
               e se ne van dove un girevol calle
               li porta per secreti avolgimenti;
               e ritrovano ombrosa angusta valle
               tra più colli giacer, non altrimenti
               che se fosse un teatro o fosse ad uso
               di battaglie e di caccie intorno chiuso.
         9         Qui si fermano entrambi, e pur sospeso
               volgeasi Argante a la cittade afflitta.
               Vede Tancredi che 'l pagan difeso
               non è di scudo, e 'l suo lontano ei gitta.
               Poscia lui dice: - Or qual pensier t'ha preso?
               pensi ch'è giunta l'ora a te prescritta?
               S'antivedendo ciò timido stai,
               è 'l tuo timore intempestivo omai. -
        10         - Penso - risponde - a la città del regno
               di Giudea antichissima regina,
               che vinta or cade, e indarno esser sostegno
               io procurai de la fatal ruina,
               e ch'è poca vendetta al mio disdegno
               il capo tuo che 'l Cielo or mi destina. -
               Tacque, e incontra si van con gran risguardo,
               ché ben conosce l'un l'altro gagliardo.
 
Canto XX, 73-75, 104-108
 
Dalla torre di Davide, dove Aladino a Solimano si sono ritirati per un’ultima resistenza, Solimano osserva la battaglia che si svolge per le strade, quindi decide di gettarsi nella mischia e di affrontare il suo destino. Uccide molti nemici, finché incontra Rinaldo che ha appena abbattuto, con un colpo tremendo, il pagano Adrasto.
      
        73         Or mentre in guisa tal fera tenzone
               è tra 'l fedel essercito e 'l pagano,
               salse in cima a la torre ad un balcone
               e mirò, benché lunge, il fer Soldano;
               mirò, quasi in teatro od in agone,
               l'aspra tragedia de lo stato umano:
               i vari assalti e 'l fero orror di morte
               e i gran giochi del caso e de la sorte.
        74         Stette attonito alquanto e stupefatto
               a quelle prime viste; e poi s'accese,
               e desiò trovarsi anch'egli in atto
               nel periglioso campo a l'alte imprese.
               Né pose indugio al suo desir, ma ratto
               d'elmo s'armò, ch'aveva ogn'altro arnese:
               - Su su, - gridò - non più, non più dimora:
               convien ch'oggi si vinca o che si mora. -
        75         O che sia forse il proveder divino
               che spira in lui la furiosa mente,
               perché quel giorno sian del palestino
               imperio le reliquie in tutto spente;
               o che sia ch'a la morte omai vicino
               d'andarle incontra stimolar si sente,
               impetuoso e rapido disserra
               la porta, e porta inaspettata guerra.
              (…………………………………….)
       104         Lo stupor, di spavento e d'orror misto,
               il sangue e i cori a i circostanti agghiaccia,
               e Soliman, ch'estranio colpo ha visto,
               nel cor si turba e impallidisce in faccia,
               e chiaramente il suo morir previsto,
               non si risolve e non sa quel che faccia;
               cosa insolita in lui, ma che non regge
               de gli affari qua giù l'eterna legge?
       105         Come vede talor torbidi sogni
               ne' brevi sonni suoi l'egro o l'insano,
               pargli ch'al corso avidamente agogni
               stender le membra, e che s'affanni invano,
               ché ne' maggiori sforzi a' suoi bisogni
               non corrisponde il piè stanco e la mano,
               scioglier talor la lingua e parlar vòle,
               ma non seguon la voce o le parole;
       106         così allora il Soldan vorria rapire
               pur se stesso a l'assalto e se ne sforza,
               ma non conosce in sé le solite ire,
                sé conosce a la scemata forza.
               Quante scintille in lui sorgon d'ardire,
               tante un secreto suo terror n'ammorza:
               volgonsi nel suo cor diversi sensi,
               non che fuggir, non che ritrarsi pensi.
       107         Giunge all'irresoluto il vincitore,
               e in arrivando (o che gli pare) avanza
               e di velocitade e di furore
               e di grandezza ogni mortal sembianza.
               Poco ripugna quel; pur mentre more,
               già non oblia la generosa usanza:
               non fugge i colpi e gemito non spande,
               atto fa se non se altero e grande.
       108         Poi che 'l Soldan, che spesso in lunga guerra
               quasi novello Anteo cadde e risorse
               più fero ognora, al fin calcò la terra
               per giacer sempre, intorno il suon ne corse;
               e Fortuna, che varia e instabil erra,
               più non osò por la vittoria in forse,
               ma fermò i giri, e sotto i duci stessi
               s'unì co' Franchi e militò con essi.
 

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