mercoledì 18 novembre 2015

Guicciardini: alcuni Ricordi

Dai Ricordi di Guicciardini
 
*      6
       
                    È grande errore parlare delle cose del mondo
               indistintamente e assolutamente e, per dire così, per
               regola; perché quasi tutte hanno distinzione e eccezione per
               la varietà delle circunstanze, le quali non si possono
               fermare con una medesima misura: e queste distinzione e
               eccezione non si truovano scritte in su' libri, ma bisogna
               le insegni la discrezione.
 
 
*      60
       
                    Lo ingegno più che mediocre è dato agli uomini per loro
               infelicità e tormento, perché non serve loro a altro che a
               tenergli con molte più fatiche e ansietà che non hanno
               quegli che sono più positivi.
 
 
*      61
       
                    Sono varie le nature degli uomini: certi sperano tanto che
               mettono per certo quello che non hanno, altri temono tanto
               che mai sperano se non hanno in mano. Io mi accosto più a
               questi secondi che a' primi: e chi è di questa natura si
               inganna manco, ma vive con più tormento.
 
 
*      147
       
                    Erra chi crede che la vittoria delle imprese consista nello
               essere giuste o ingiuste, perché tutto dì si vede el
               contrario: che non la ragione, ma la prudenza, le forze e la
               buona fortuna danno vinte le imprese. E ben vero che in chi
               ha ragione nasce una certa confidenza, fondata in sulla
               opinione che Dio dia vittoria alle imprese giuste, la quale
               fa gli uomini arditi e ostinati: dalle quali due condizione
               nascono talvolta le vittorie. Così l'avere la causa giusta
               può per indiretto giovare, ma è falso che lo faccia
               direttamente.
 
 
*      160
       
                    È certo gran cosa che tutti sappiamo avere a morire, tutti
               viviamo come se fussimo certi avere sempre a vivere. Non
               credo sia la ragione di questo perché ci muova più quello
               che è innanzi agli occhi e che apparisce al senso che le
               cose lontane e che non si veggono: perché la morte è
               propinqua e si può dire che per la esperienza quotidiana ci
               apparisca a ogni ora. Credo proceda perché la natura ha
               voluto che noi viviamo secondo che ricerca el corso overo
               ordine di questa machina mondana: la quale non volendo resti
               come morta e sanza senso, ci ha dato propietà di non pensare
               alla morte, alla quale se pensassimo, sarebbe pieno el mondo
               di ignavia e di torpore.
 
*      161
       
                    Quando io considero a quanti accidenti e pericoli di
               infirmità, di caso, di violenza, e in modi infiniti, è
               sottoposta la vita dell'uomo, quante cose bisogna concorrino
               nello anno a volere che la ricolta sia buona, non è cosa di
               che io mi maravigli più che vedere uno uomo vecchio, uno
               anno fertile.
 
*      220
       
                    Credo sia uficio di buoni cittadini, quando la patria viene
               in mano di tiranni, cercare d'avere luogo con loro per
               potere persuadere el bene e detestare el male; e certo è
               interesse della città che in qualunque tempo gli uomini da
               bene abbino autorità. E ancora che gli ignoranti e
               passionati di Firenze l'abbino sempre intesa altrimenti, si
               accorgerebbono quanto pestifero sarebbe el governo de'
               Medici se non avessi intorno altri che pazzi e cattivi.
 

 
 

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