venerdì 20 novembre 2015

Alfieri: dalle Rime

 
Uom, di sensi, e di cor, libero nato
fa di sé tosto indubitabil mostra.
Or co' i vizj e i Tiranni ardito ei giostra
ignudo il volto, e tutto il resto armato:
 
Or, pregno in suo tacer d'alto dettato
sdegnosamente impavido s'inchiostra (1);
L'altrui viltà la di lui guancia innostra;
Né visto è mai dei dominanti a lato.
 
Cede ei talor, ma ai tempi rei non serve;
aborrito e temuto da chi regna,
non men che dalle schiave alme proterve.
 
Conscio a sé di se stesso, uom tal non degna
l'ira esalar che pur in cor gli ferve;
ma il suo sol aspetto a non servire insegna.
 
 29 ottobre 1795
 
(1) Si può intendere sia come “si ritira in un chiostro”, cioè si apparta in solitudine, sia come “si serve dell’inchiostro”, cioè combatte la sua battaglia scrivendo con la penna.
 
 
Tacito orror di solitaria selva
di sì dolce tristezza il cor mi bea,
che in essa al par di me non si ricrea
tra’ figli suoi nessuna orrida belva.
E quanto addentro più il mio piè s’inselva,
tanto più calma e gioja in me si crea;
onde membrando com’io là godea,
spesso mia mente poscia si rinselva.
Non ch’io gli uomini abborra, e che in me stesso
mende non vegga, e più che in altri assai;
né ch’io mi creda al buon sentier più appresso:
ma, non mi piacque il vil mio secol mai:
e dal pesante regal giogo oppresso,
sol nei deserti tacciono i miei guai.
26 agosto 1786
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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