giovedì 3 dicembre 2015

Leonardo: vale l'esperienza, non l'autorità

dagli Scritti letterari
 
Chi disputa allegando l’autorità, non adopera lo ingegno, ma più tosto la memoria.
 
Nessuna umana investigazione si po’ dimandare vera scienza, s’essa non passa per le matematiche dimostrazioni.
 
E se tu dirai che le scienze, che principiano e finiscono nella mente abbino verità, questo non si concede, ma si nega per molte ragioni, e prima, che in tali discorsi mentali non accade esperienza, senza la quale nulla dà di sé certezza.
 
La sapienza è figliola della sperienza.
 
Chi biasima la somma certezza della matematica si pasce di confusione, e mai porrà silenzio alle contraddizioni delle sofistiche scienze, colle quali si impara uno eterno gridore[1].
 
Molti mi crederanno ragionevolmente potere riprendere allegando le mie prove essere contro l’alturità[2] d’alquanti uomini di gran reverenza apresso de’ loro inesperti iudizi, non considerando le mie cose essere nate sotto la semplice e mera sperienzia, la quale è maestra vera.
 
Se bene come loro non sapessi allegare gli altori[3], molto maggiore e più degna cosa allegherò allegando la sperienzia, maestra ai loro maestri. Costoro vanno sconfiati[4] e pomposi, vestiti e ornati non delle loro, ma delle altrui fatiche, e le mie a me medesimo non concedano; e se me inventore disprezzeranno, quanto maggiormente loro, non inventori ma trombetti[5] e recitatori delle altrui opere, potranno essere biasimati.
 
E’ da essere giudicati e non altramente stimati li omini inventori, enterpetri tra la natura e gli uomini, a comparazione de’ recitatori e trombetti delle altrui opere, quant’è dall’obietto fori dello specchio alla similitudine d’esso obietto apparente nello specchio: che l’uno per sé è qualche cosa, e l’altro è niente.


[1] Vuota chiacchiera
 
[2] Autorità
 
[3] Autori
 
[4] Tronfi
 
[5] Banditori, ripetitori

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