venerdì 16 marzo 2018

Ulisse in Saba


Saba

20) Nella poesia di Saba (Ulisse) è il poeta stesso che si identifica con Ulisse. Ricorda gli isolotti pericolosamente affioranti quando da ragazzo navigava lungo le coste dalmate: insidiosi, ma “al sole / belli come smeraldi”. Ora riconosce in quei luoghi l’autenticità della vita: “il porto / accende ad altri i suoi lumi”, ma per sé il poeta vuole ancora quella vita, l’unica degna di essere vissuta, quella che richiede “non domato spirito” e che si ama “con doloroso amore”:


Nella mia giovanezza ho navigato

lungo le coste dalmate . Isolotti

a fior d’onda emergevano, ove raro

un uccello sostava intento a prede

coperti d’alghe, scivolosi, al sole

belli come smeraldi. Quando l’alta

marea e la notte li annullava, vele

sottovento sbandavano più al largo,

per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno

 è quella terra di nessuno. Il porto

accende ad altri i suoi lumi; me al largo

sospinge ancora il non domato spirito,

e della vita il doloroso amore.

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