Gozzano
19)
Non stupirà di ritrovare in Gozzano il rovesciamento ironico di quella
figura. Non stupirà, perché l’anti-eroico
ed anti-dannunziano Gozzano, così come ha rivisitato in maniera ironica le
immagini del super-uomo (Totò Merumeni è appunto un super-uomo
fallito, un inetto che ha rinunciato ad ogni aspirazione eroica ed ora,
appartato dal mondo, si consola con un “esile fiorita di versi consolatori”)
e della donna fatale (La signorina Felicita, nella sua semplicità
ed ignoranza campagnola è il rovescio della donna di lusso, della “intellettuale
gemebonda”, che appartiene al mondo, reale e letterario, di D’Annunzio),
così in un delizioso componimento (L’ipotesi, pubblicato fra le Poesie
sparse, ma composto prima de La signorina Felicita) propone in chiave
ironico-parodistica quell’Ulisse esaltato da D’Annunzio nei modi suddetti.
Il poeta immagina di avere sposato la signorina Felicita, di avere avuto con
lei una vita felice e di ritrovarsi, loro
due ormai settantenni (“un giorno d’estate, nel mille e… novecento… quaranta”),
a discutere con amici di vari argomenti; e siccome il discorso cade sul “Re
di Tempeste” Odisseo, il poeta immagina di raccontarne la storia “ad uso
della consorte ignorante”. Il racconto si risolve in una straordinaria dissacrazione
della figura di Ulisse, che investe non
solo D’Annunzio ma risale fino al canto di Dante (il testo è fitto di citazioni
letterali delle espressioni dantesche): l’eroe omerico è infatti
rappresentato come uno scapestrato, marito infedele, “che visse a bordo d’un
yacht / toccando tra liete brigate / le spiagge più frequentate / dalle famose
cocottes…”; decise poi di andare in America a cercar fortuna, ma sbagliò
rotta e, invece di giungere in California o Perù, si trovò davanti il monte del
Purgatorio, dove la nave fece naufragio “e Ulisse piombò nell’inferno dove
ci resta tuttora”:
Il
Re di Tempeste era un tale
che
diede col vivere scempio
un
bel deplorevole esempio
d’infedeltà
maritale,
che
visse a bordo d’un yacht
toccando
tra liete brigate
le
spiaggie più frequentate
dalle
famose cocottes...
Già
vecchio, rivolte le vele
al
tetto un giorno lasciato,
fu
accolto e fu perdonato
dalla
consorte fedele...
Poteva
trascorrere i suoi
ultimi
giorni sereni,
contento
degli ultimi beni
come
si vive tra noi...
Ma
né dolcezza di figlio,
né
lagrime, né pietà
del
padre, né il debito amore
per
la sua dolce metà
gli
spensero dentro l’ardore
della
speranza chimerica
e
volse coi tardi compagni
cercando
fortuna in America...
-
Non si può vivere senza
danari,
molti danari...
Considerate,
miei cari
compagni,
la vostra semenza! -
Vïaggia
vïaggia vïaggia
vïaggia
nel folle volo
vedevano
già scintillare
le
stelle dell’altro polo...
vïaggia
vïaggia vïaggia
vïaggia
per l’alto mare:
si
videro innanzi levare
un’alta
montagna selvaggia...
Non
era quel porto illusorio
ma
il monte del Purgatorio
che
trasse la nave all’in giù.
E
il mare sovra la prora
si
fu rinchiuso in eterno.
E
Ulisse piombò nell’Inferno
dove ci resta
tuttora...
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