domenica 10 gennaio 2016

Manzoni: Marzo 1821

MARZO 1821
 
Ode
all'illustre memoria
di
Teodoro Koerner
poeta e soldato
della indipendenza germanica
morto sul campo di Lipsia
il giorno XVIII d'ottobre MDCCCXIII
nome caro a tutti i popoli
che combattono per difendere
o per riconquistare
una patria
 
         1         Soffermati sull'arida sponda,
         2   volti i guardi al varcato Ticino,
         3   tutti assorti nel novo destino,
         4   certi in cor dell'antica virtù
         5   han giurato: non fia che quest'onda
         6   scorra più tra due rive straniere:
         7   non fia loco ove sorgan barriere
         8   tra l'Italia e l'Italia, mai più!
         9        L'han giurato: altri forti a quel giuro
        10   rispondean da fraterne contrade,
        11   affilando nell'ombra le spade
        12   che or levate scintillano al sol.
        13   Già le destre hanno strette le destre;
        14   già le sacre parole son porte:
        15   o compagni sul letto di morte,
        16   o fratelli su libero suol.
        17        Chi potrà della gemina Dora,
        18   della Bormida al Tanaro sposa,
        19   del Ticino e dell'Orba selvosa
        20   scerner l'onde confuse nel Po;
        21   chi stornargli del rapido Mella
        21   e dell'Oglio le miste correnti,
        23   chi ritogliergli i mille torrenti
        24   che la foce dell'Adda versò,
        25        quello ancora una gente risorta
        26   potrà scindere in volghi spregiati,
        27   e a ritroso degli anni e dei fati,
        28   risospingerla ai prischi dolor:
        29   una gente che libera tutta,
        30   o fia serva tra l'Alpe ed il mare;
        31   una d'arme, di lingua, d'altare,
        32   di memorie, di sangue e di cor.
        33        Con quel volto sfidato e dimesso,
        34   con quel guardo atterrato ed incerto,
        35   con che stassi un mendico sofferto
        36   per mercede nel suolo stranier,
        37   star doveva in sua terra il Lombardo;
        38   l'altrui voglia era legge per lui;
        39   il suo fato, un segreto d'altrui;
        40   la sua parte, servire e tacer.
        41        O stranieri, nel proprio retaggio
        42   torna Italia, e il suo suolo riprende;
        43   o stranieri, strappate le tende
        44   da una terra che madre non v'è.
        45   Non vedete che tutta si scote,
        46   dal Cenisio alla balza di Scilla?
        47   non sentite che infida vacilla
        48   sotto il peso de' barbari piè?
        49        O stranieri! sui vostri stendardi
        50  sta l'obbrobrio d'un giuro tradito;
        51   un giudizio da voi proferito
        52   v'accompagna all'iniqua tenzon
        53   voi che a stormo gridaste in quei giorni:
        54   Dio rigetta la forza straniera;
        55   ogni gente sia libera, e pera
        56   della spada l'iniqua ragion.
        57        Se la terra ove oppressi gemeste
        58   preme i corpi de' vostri oppressori,
        59   se la faccia d'estranei signori
        60   tanto amara vi parve in quei dì;
        61   chi v'ha detto che sterile, eterno
        62   saria il lutto dell'itale genti?
        63   chi v'ha detto che ai nostri lamenti
        64   saria sordo quel Dio che v'udì?
        65        sì, quel Dio che nell'onda vermiglia
        66   chiuse il rio che inseguiva Israele,
        67   quel che in pugno alla maschia Giaele
        68   pose il maglio, ed il colpo guidò;
        69   quel che è Padre di tutte le genti,
        70   che non disse al Germano giammai:
        71   va, raccogli ove arato non hai;
        72   spiega l'ugne; l'Italia ti do.
        73        Cara Italia! dovunque il dolente
        74   grido uscì del tuo lungo servaggio;
        75   dove ancor dell'umano lignaggio,
        76   ogni speme deserta non è
        77   dove già libertade è fiorita,
        78   dove ancor nel segreto matura,
        79   dove ha lacrime un'alta sventura
        80   non c'è cor che non batta per te.
        81        Quante volte sull'Alpe spiasti
        82   l'apparir d'un amico stendardo!
        83   quante volte intendesti lo sguardo
        84   ne' deserti del duplice mar!
        85   ecco alfin dal tuo seno sboccati,
        86   stretti intorno a' tuoi santi colori,
        87   forti, armati de' propri dolori,
        88   i tuoi figli son sorti a pugnar.
        89        Oggi, o forti, sui volti baleni
        90   il furor delle menti segrete:
        91   per l'Italia si pugna, vincete!
        92   il suo fato sui brandi vi sta.
        93   O risorta per voi la vedremo
        94   al convito de' popoli assisa,
        95   o più serva, più vil, più derisa,
        96   sotto l'orrida verga starà.
        97        Oh giornate del nostro riscatto!
        98   oh dolente per sempre colui
        99   che da lunge, dal labbro d'altrui,
       100   come un uomo straniero, le udrà!
       101   che a' suoi figli narrandole un giorno,
       102   dovrà dir sospirando: io non c'era;
       103   che la santa vittrice bandiera
       104   salutata quel dì non avrà.
 
 
 

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