domenica 10 gennaio 2016

Manzoni: il pessimismo di Adelchi morente


Atto V, scena 8 (vv. 17-43)


ADELCHI:  Cessa i lamenti,
18 Cessa, o padre, per Dio! Non era questo
19 Il tempo di morir? Ma tu, che preso
20 Vivrai, vissuto nella reggia, ascolta.
21 Gran segreto è la vita; e nol comprende
22 Che l'ora estrema. Ti fu tolto un regno:
23 Deh! nol pianger; me 'l credi. Allor che a questa
24 Ora tu stesso appresserai, giocondi
25 Si schiereranno al tuo pensier dinanzi
26 Gli anni in cui re non sarai stato, in cui
27 Né una lagrima pur notata in cielo
28 Fia contra te, né il nome tuo saravvi
29 Con l'imprecar dei tribolati asceso.
30 Godi che re non sei; godi che chiusa
31 All'oprar t'è ogni via: loco a gentile,
32 Ad innocente opra non v'è: non resta
33 Che far torto, o patirlo. Una feroce
34 Forza il mondo possiede e fa nomarsi
35 Dritto: la man degli avi insanguinata
36 Seminò l'ingiustizia; i padri l'hanno
37 Coltivata col sangue; e omai la terra
38 Altra messe non dà. Reggere iniqui
39 Dolce non è; tu l'hai provato: e fosse;
40 Non dee finir così? Questo felice
41 Cui la mia morte fa più fermo il soglio,
42 Cui tutto arride, tutto plaude e serve,
43 Questi è un uom che morrà.

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