domenica 10 gennaio 2016

Manzoni: l'amore "tremendo" di Ermengarda

ADELCHI, Atto IV, Scena I (vv. 47-162)
 
(la scena si svolge nel giardino del monastero di San Salvatore in Brescia; Ermengarda, che si sente prossima alla morte, dialoga con la sorella Ansberga, badessa del convento)
 
 
        47   ERM.\ - .... Or tu raccogli
        48   La mia mente suprema. Al padre, Ansberga,
        49   Ed al fratel, quando li veggia - oh questa
        50   Gioia negata non vi sia! - dirai
        51   Che all'orlo estremo della vita, al punto
        52   In cui tutto s'obblìa, grata e soave
        53   Serbai memoria di quel dì, dell'atto
        54   Cortese, allor che a me tremante, incerta
        55   Steser le braccia risolute e pie,
        56   Né una reietta vergognar; dirai
        57   Che al trono del Signor, caldo incessante
        58   Per la vittoria lor stette il mio prego;
        59   E s'Ei non l'ode, alto consiglio è certo
        60   Di pietà più profonda; e ch'io morendo
        61   Gli ho benedetti - Indi, sorella... oh! questo
        62   Non mi negar! ... trova un Fedel che possa,
        63   Quando che sia, dovunque, a quel feroce
        64   Di mia gente nemico approssimarsi...
        65   \ANSB.\ Carlo! \ERM.\ Tu l'hai nomato: e sì gli dica:
        66   Senza rancor passa Ermengarda: oggetto
        67   D'odio in terra non lascia, e di quel tanto
        68   Ch'ella sofferse, Iddio scongiura, e spera
        69   Ch'egli a nessun conto ne chiegga, poi
        70   Che dalle mani sue tutto ella prese.
        71   Questo gli dica, e... se all'orecchio altero
        72   Troppa acerba non giunge esta parola...
        73   Ch'io gli perdono. - Lo farai? \ANSB.\ Le estreme
        74   Parole mie riceva il ciel, siccome
        75   Queste tue mi son sacre. \ERM.\ Amata! e d'una
        76   Cosa ti prego ancor: della mia spoglia,
        77   Cui, mentre un soffio l'animò, sì larga
        78   Fosti di cure, non ti sia ribrezzo
        79   Prender l'estrema; e la componi in pace.
        80   Questo anel, che tu vedi alla mia manca,
        81   Scenda seco nell'urna: ei mi fu dato
        82   Presso all'altar, dinanzi a Dio. Modesta
        83   Sia l'urna mia. - Tutti siam polve; ed io
        84   Di che mi posso gloriar? - Ma porti
        85   Di regina le insegne: un sacro nodo
        86   Mi fe' regina: il don di Dio, nessuno
        87   Rapir lo puote, il sai: come la vita,
        88   Dee la morte attestarlo. \ANSB.\ Oh! da te lunge
        89   Queste memorie dolorose! - Adempi
        90   Il sagrifizio; odi: di questo asilo,
        91   Ove ti addusse pellegrina Iddio,
        92   Cittadina divieni; e sia la casa
        93   Del tuo riposo tua. La sacra spoglia
        94   Vesti, e lo spirto seco, e d'ogni umana
        95   Cosa l'obblìo. \ERM.\ Che mi proponi, Ansberga?
        96   Ch'io mentisca al Signor! Pensa ch'io vado
        97   Sposa dinanzi a lui; sposa illibata,
        98   Ma d'un mortal. - Felici voi! felice
        99   Qualunque, sgombro di memorie il core
       100   Al Re dei regi offerse, e il santo velo
       101   Sovra gli occhi posò, pria di fissarli
       102   In fronte all'uom! Ma - d'altri io sono. \ANSB.\ Oh mai
       103   Stata nol fossi! \ERM.\ Oh mai! ma quella via,
       104   Su cui ci pose il ciel, correrla intera
       105   Convien, qual ch'ella sia, fino all'estremo.
       106   - E, se all'annunzio di mia morte, un novo
       107   Pensier di pentimento e di pietade
       108   Assalisse quel cor? Se, per ammenda
       109   Tarda, ma dolce ancor, la fredda spoglia
       110   Ei richiedesse come sua, dovuta
       111   Alla tomba real? - Gli estinti, Ansberga,
       112   Talor dei vivi son più forti assai.
       113   \ANSB.\ Oh! nol farà. \ERM.\ Tu pia, tu poni un freno
       114   Ingiurioso alla bontà di Lui,
       115   Che tocca i cor, che gode, in sua mercede,
       116   Far che ripari, chi lo fece, il torto?
       117   \ANSB.\ No, sventurata, ei nol farà. - Nol puote.
       118   \ERM.\ Come? perché nol puote? \ANSB.\ O mia diletta
       119   Non chieder oltre; obblia. \ERM.\ Parla! alla tomba
       120   Con questo dubbio non mandarmi. \ANSB.\ Oh! l'empio
       121   Il suo delitto consumò. \ERM.\ Prosegui!
       122   \ANSB.\ Caccialo al tutto dal tuo cor. Di nuove
       123   Inique nozze ei si fe' reo: su gli occhi
       124   Degli uomini e di Dio, l'inverecondo,
       125   Come in trionfo, nel suo campo ei tragge
       126   Questa Ildegarde sua... Tu impallidisci!
       127   Ermengarda! non m'odi? Oh ciel! Sorelle,
       128   Accorrete! oh che feci! Oh! chi soccorso
       129   Le ? Vedete: il suo dolor l'uccide.
       130   \PR.SUORA\ Fa core; ella respira. \SEC.SUORA\ O sventurata!
       131   A questa età, nata in tal loco, e tanto
       132   Soffrir! \DONZELLA\ Dolce mia donna! \PR.SUORA\ Ecco le luci
       133   Apre. \ANSB.\ Oh che sguardo! Ciel! che fia? \ERM.\ Cacciate
       134   Quella donna, o scudieri! Oh! non vedete
       135   Come s'avanza ardimentosa, e tenta
       136   Prender la mano al re? \ANSB.\ Svegliati! Oh Dio
       137   Non dir così; ritorna in te; rispingi
       138   Questi fantasmi; il nome santo invoca.
       139   \ERM.\ Carlo! non lo soffrir: lancia a costei
       140   Quel tuo sguardo severo. Oh! tosto in fuga
       141   Andranne: io stessa, io sposa tua, non rea
       142   Pur d'un pensiero, intraveder nol posso
       143   Senza tutta turbarmi - Oh ciel! che veggio?
       144   Tu le sorridi? Ah no! cessa il crudele
       145   Scherzo; ei mi strazia, io nol sostengo - O Carlo,
       146   Farmi morire di dolor, tu il puoi;
       147   Ma che gloria ti fia? Tu stesso un giorno
       148   Dolor ne avresti. - Amor tremendo è il mio.
       149   Tu nol conosci ancora; oh! tutto ancora
       150   Non tel mostrai: tu eri mio; secura
       151   Nel mio gaudio io tacea; né tutta mai
       152   Questo labbro pudico osato avria
       153   Dirti l'ebrezza del mio cor segreto.
       154   - Scacciala per pietà! Vedi; io la temo,
       155   Come una serpe: il guardo suo m'uccide.
       156   - Sola e debol son io: non sei tu il mio
       157   Unico amico? Se fui tua, se alcuna
       158   Di me dolcezza avesti... oh! non forzarmi
       159   A supplicar così dinanzi a questa
       160   Turba che mi deride... Oh cielo! ei fugge!
       161   Nelle sue braccia... io muoio! ...

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