Questioni
di lingua nella ordinanza sull’imam di Torino
Leggo sul Corriere della sera alcune frasi virgolettate tratte
dall’ordinanza con cui i giudici della corte d’appello di Torino hanno
deliberato che l’imam di Torino, Mohamed Shahin, trattenuto nel Cpr di
Caltanissetta, debba tornare libero. Non entro nel merito di tale delibera,
convinto come sono che i giudici abbiano ben valutato i diversi aspetti del
caso in questione e deciso secondo il diritto. Mi disturbano invece, dal
punto di vista linguistico, alcune espressioni, che trovo, come dicevo,
virgolettate. Si parla di “considerazioni di carattere etico e morale”,
mettendo in campo un’accoppiata (“etico
e morale”) che, al solo vederla o sentirla pronunciare, a me fa venire l’orticaria.
Si tratta infatti di una ridondanza,
tipica di chi si vuol dare un tono ma ignora il significato delle parole: etico
e morale significano la stessa cosa, in quanto significano la stessa cosa le
radici delle due parole, l’una dal greco (ethos) e l’altra dal
latino (mos), ovvero “comportamento”,
“costume”. Dunque basta usare una sola
della due parole. Più oltre leggo, a proposito del suddetto imam, la seguente
espressione, sempre virgolettata: si tratta di un cittadino “perfettamente
integrato e completamente incensurato”. Ma che vuol dire “completamente incensurato”? Uno o è incensurato o non lo è, non può
esserlo parzialmente o completamente. Sarebbe come dire di una donna che è “completamente incinta”,
come se potesse esserlo parzialmente.
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