Scelta
dell’argomento
1)
L’argomento che ho scelto per questo
incontro (Amore e morte: da Freud a Lucrezio) può
sembrare un po’ strano. Ammetto che è piuttosto anomalo associare un autore del
Novecento, quale il fondatore della psicanalisi, a un poeta latino del I secolo
a.C., quale Lucrezio. Cerco di spiegare come è nata l’idea.
2)
Io mi sono interessato ai tempi
dell’università del pensiero di Freud, non
tanto del Freud medico e della sua terapia psicanalitica, quanto del Freud
filosofo, quello che formula ipotesi sulla natura degli istinti, sulle
origini e sul destino della civiltà, sul rapporto fra individuo e
organizzazione sociale. Poi quando ho cominciato a insegnare sono stato
particolarmente colpito da qualche passo del De rerum natura, che già conoscevo, ma che ora mi pareva di
comprendere meglio alla luce di certe idee di Freud.
Freud è morto?
3)
So che Freud oggi è un po’ fuori moda e
ho letto che anche la validità della terapia psicanalitica è messa in
discussione. Mi viene in mente una famosa battuta attribuita a Woody Allen:
“Marx è morto, Dio è morto e anche io non mi sento tanto bene…”. Ecco, si potrebbe aggiungere che anche Freud è
morto e saremmo a posto. Tuttavia io continuo a credere che ci siano nel
suo pensiero delle idee che a me sembrano ancora attuali e che comunque
inducono a pensare.
Complessità del pensiero di Freud e
ordine del mio discorso
4)
Quali sono queste idee di Freud? Sono
particolarmente quelle relative alla natura
degli istinti e al destino della civiltà, a cui Freud ha dedicato
diverse opere, quali Al di là del principio del piacere
(1920), Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1921), L’avvenire
di un’illusione (1927), Il disagio della civiltà (1930). Di
queste idee intendo parlare, cercando di semplificare al massimo, ma contando
di cogliere il nocciolo delle questioni, che sono complesse, tant’è che in
merito lo stesso pensiero di Freud,
per sua stessa ammissione, è
incerto, oscillante. Infatti va detto subito che il pensiero del
fondatore della psicanalisi è in continuo movimento, frutto di una ricerca
continua. La sua teoria sulla natura degli istinti (o meglio, pulsioni, Trieb in tedesco) subisce nel corso degli anni continue modifiche, precisazioni, correzioni,
ripensamenti.
5)
Sperando di non annoiarvi, cercherò di
mostrare lo sviluppo di questo pensiero fino alle formulazioni definitive, che
sono quelle che si ritrovano nel saggio del 1930, Il disagio della civiltà.
Leggerò pertanto dei passi tratti dalle opere di Freud, passi che ho
trascritto perché sarebbe stato poco agevole portarmi dietro i testi.
Successivamente passerò a quello che è più il mio campo, ovvero la letteratura,
parlando del poema di Lucrezio e soffermandomi in particolare su alcuni
passi che a me sono parsi illuminanti e illuminati dalle teorie di Freud.
La struttura della psiche: Es, Io e
Super-Io
6)
Dunque Freud, il quale, per indicare la struttura della psiche,
in una prima fase parla di Es (l’insieme
delle pulsioni, degli istinti profondi, che aspirano alla propria soddisfazione
secondo il cosiddetto principio del
piacere), di Io (la
parte cosciente, che ha imparato a relazionarsi con l’ambiente, e quindi a
tenere a freno le pulsioni istintive, acquisendo il cosiddetto principio di realtà), di Super-Io (quella parte della
psiche che si è formata a seguito di una sorta di introiezione della figura paterna, e quindi rappresenta,
nell’interiorità dell’individuo, l’insieme dei precetti morali, il senso del
dovere, su cui il padre vigila e punisce).
Le due pulsioni
7)
Successivamente, approfondendo la natura dell’Es, Freud parla di una energia
psichica che si distingue in pulsione
sessuale e pulsione aggressiva. In altre parole Freud scandalizzò i
contemporanei di fine Ottocento non solo dicendo che le nevrosi, le malattie
mentali, scaturivano dalla repressione dell’eros, delle esigenze sessuali, ma
anche dicendo che nella profondità
dell’inconscio esiste una pulsione distruttiva ed autodistruttiva. Freud
osservava inoltre che queste due pulsioni non sono separate ma operano e partecipano entrambe in tutte le
manifestazioni istintuali, sono fuse insieme, sebbene non
necessariamente in ugual misura. In altre parole, ciò vuol dire che qualsiasi atto aggressivo/distruttivo
fornisce a colui che lo compie una certa gratificazione sessuale inconscia; e
qualsiasi atto d’amore non è immune dalla presenza inconscia della pulsione
aggressiva.
8)
Così si esprimeva Freud nella lettera di risposta ad Einstein che gli
chiedeva il suo parere sul perché della
guerra, una lettera datata 1932:
Noi presumiamo
che le pulsioni dell’uomo siano soltanto di due specie, quelle che tendono a conservare e a unire, da noi chiamate
erotiche…. e quelle che tendono a distruggere
e a uccidere; queste ultime le comprendiamo tutte nella
denominazione di pulsione aggressiva o
distruttiva…. Ora sembra che quasi mai una pulsione di un tipo possa
agire isolatamente, essa è sempre legata – vincolata,
come noi diciamo – con un certo ammontare
della controparte, (che ne modifica la meta o, secondo i casi, ne
permette, solo così, il raggiungimento)…. La
difficoltà di isolare le due specie di pulsioni nelle loro manifestazioni ci ha
impedito per tanto tempo di riconoscerle.
Nessun commento:
Posta un commento