giovedì 1 maggio 2025

ATTUALITA' : GUERRA E PACE

 

Aspirazione alla pace e realtà delle guerre

 

Diceva Moravia che l’uomo dovrebbe introiettare il tabù della guerra così come ha introiettato il tabù dell’incesto. Come non essere d’accordo, soprattutto oggi che una guerra combattuta con le armi nucleari provocherebbe l’autodistruzione dell’intera umanità? Eppure per millenni le guerre si sono combattute e tuttora si combattono, per millenni i popoli si sono armati e tuttora si armano, incapaci di introiettare il tabù della guerra, anche se consapevoli che la guerra porta morte e distruzione.

La ragione di ciò, a mio parere, è piuttosto semplice. Al mondo ci sono uomini miti e uomini violenti, uomini pacifici e uomini prepotenti, uomini rispettosi delle regole del vivere civile e uomini che non si fanno scrupolo di violare tali regole. Per quale ragione se non per questa le comunità si sono sempre dotate di forze dell’ordine? Se non ci fossero le forze dell’ordine i miti e pacifici sarebbero sopraffatti dai violenti e prepotenti, non varrebbe la ragione contro il torto, varrebbe la ragione del più forte. Le forze dell’ordine garantiscono, per quanto possibile, che questo non accada, la loro presenza distoglie, per quanto possibile, i violenti e prepotenti dalla loro intenzione di imporsi sui miti e pacifici.

Questo discorso si può estendere al rapporto fra gli Stati. Io non credo che esistano popoli aggressivi e popoli pacifici per natura, credo anzi che tutti i popoli, nella grande maggioranza, siano amanti della pace. Credo però che negli Stati, particolarmente (ma non solo) in quelli in cui non vigono le regole della democrazia, si possano imporre gruppi dirigenti, governi, avidi di conquista, teorici della supremazia e dunque minacciosi nei confronti di altri Stati. Questa è la ragione per cui anche gli Stati che ripudiano la guerra si devono dotare di forze armate in funzione difensiva. Le forze armate fungono da deterrenza nei confronti di Stati che hanno intenzioni aggressive, così come, all’interno di uno Stato, le forze dell’ordine fungono da deterrenza nei confronti di individui violenti e prepotenti.

Naturalmente mantenere le forze armate, così come mantenere le forze dell’ordine, ha un costo e tutti noi vorremmo che i soldi, invece di spenderli per le armi, si spendessero per la sanità e l’istruzione. Pace e disarmo sono una nobile e sacrosanta aspirazione, purtroppo però, dopo millenni di storia mi pare che non esistano ancora le condizioni per realizzarla. Io spero che tutti i popoli, tutti, a mio avviso, in maggioranza ostili alla guerra, facciano valere il loro desiderio di pace e che, progressivamente, si possano ridurre le spese per la difesa e impiegare le risorse economiche e le energie intellettuali non per armarsi sempre più e sempre meglio, ma per bonificare i deserti, combattere la fame nel mondo, contrastare i terremoti, diffondere l’istruzione, curare le malattie mortali.

Aggiungo un piccolo corollario. Ho sentito dire, da Travaglio e da Orsini, che se hai le armi finirai per usarle. A me questa pare una sciocchezza. E’ vero che Cechov affermò che se nel primo atto di una dramma teatrale si vede un fucile appeso al muro, è sicuro che al terzo atto sarà usato. Ma una cosa è la tecnica narrativa teatrale, altra cosa è il susseguirsi degli eventi nella vita reale. Certo, le armi possono e devono essere usate se ci si deve difendere da un’aggressione. Ma al di fuori di questa possibilità – quando le armi hanno solo la funzione di deterrenza e il fine della difesanon c’è alcuna logica per cui esse finirebbero comunque per essere usate.